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Caos Gran Paradiso, tra collegamenti online e imbarazzati silenzi. L'Unione Montana verso lo scioglimento?

Dubbi sul futuro dell’ente: interesse in calo?

Caos Gran Paradiso, tra collegamenti online e imbarazzati silenzi

Caos Gran Paradiso, tra collegamenti online e imbarazzati silenzi

Quant’è strana la situazione venutasi a creare all’interno dell’Unione Montana Gran Paradiso! Non solo per il modo in cui è risultata esclusa dalla <Carta delle Forme Associative del Piemonte> ma ancor più per l’atteggiamento dei suoi consiglieri. Di fronte ad un fatto tanto clamoroso e con possibili pesanti conseguenze ci si sarebbe aspettati una girandola di interventi, spiegazioni, commenti. Nulla di tutto questo.

Sarà che, vista l’incertezza della situazione, nessuno si volesse avventurare in dichiarazioni pubbliche a bruciapelo? Comprensibile un rinvio del confronto al consiglio dell’Unione che si sarebbe tenuto a breve. La seduta si è svolta venerdì 28 novembre ma il tema è stato toccato in modo vago e superficiale durante le <Comunicazioni del Presidente> e solo perché lo ha tirato in ballo il rappresentante della minoranza di Locana Giovanni Bruno Mattiet, l’unico che è sembrato volere vederci chiaro. Anche i battibecchi fra alcuni dei consiglieri, per quanto astiosi, si sono fermati alla superficie, senza approfondire gli antefatti, i fatti e le prospettive future.

Sembra esserci ancora, almeno in una parte del consiglio, la convinzione che sia possibile trovare un rimedio. Allo stesso tempo però si ha l’impressione che non esista chissà quale ansia per il destino di quella che nei primi anni di vita era sembrata un’unione attiva, vitale, messa in piedi per convinzione. I comuni che ne fanno parte sono ancora interessati al suo proseguimento? Verrebbe quasi da sospettare di no.

Un segnale in tal senso lo aveva dato, prima che iniziasse la seduta, la grande quantità di consiglieri collegati on-line: quasi pari a quello dei presenti in sala. Persino la segretaria comunale ha partecipato da remoto. Che qualcuno si colleghi a distanza è normale ma di fronte ad una situazione del genere il minimo che ci si attende è che tutti accorrano per confrontarsi e discutere di persona… tanto più che la qualità dell’audio era pessima e si capiva ben poco. Non parliamo poi di quando ci si dava reciprocamente sulla voce!

A posteriori, visto che la seduta è durata 40 minuti e che non si è detto quasi nulla di rilevante, sorge il sospetto che qualcuno, fra coloro che sono rimasti a casa, avesse previsto l’andamento della riunione.

Fondi bloccati e funzioni non trasferite: il caos dell’Unione Montana

Com’è andato il consiglio dell’Unione? Il tema del possibile scioglimento si è affacciato durante l’approvazione dei verbali delle sedute precedenti visto che nell’ultima – quella del 31 ottobre – si era votata la delibera per il trasferimento di funzioni. Quella seduta era stata convocata in gran fretta, probabilmente per cercare di tamponare la situazione ma non era bastato.
Le prime conseguenze (ci si augura temporanee) si sono viste affrontando il secondo punto all’ordine del giorno: nella 5° variazione di Bilancio occorreva registrare il mancato arrivo di due Trasferimenti di fondi dovuti all’esclusione dalla Carta delle Unioni, rispettivamente ammontanti ad 83.000 e a 35.000 euro.

“E’ una questione contabile per chiudere il bilancio dell’anno in corso” – ha spiegato il presidente dell’Unione Guido Bellardo Gioli, sindaco di Ribordone. Affermazione contestata dall’ex-primo cittadino di Locana Giovanni Bruno Mattiet, ora rappresentante della minoranza: “Sarà pure una questione contabile però sono soldi che non arrivano! Mi aspettavo che nel tuo intervento spiegassi quanto accaduto ai consiglieri non edotti. Non è il caso di drammatizzare ma nemmeno di prendere la cosa alla leggera. Se non arrivano i fondi per la Montagna, l’Unione non è più tale. Lo Statuto parla chiaro: diventa un Consorzio di Comuni. La volta scorsa Varetto aveva assicurato che era tutto a posto! Non so nemmeno se le votazioni di oggi siano legittime: mi astengo tanto si tratta di una Variazione che passerà comunque. Si fosse trattato di una questione fondamentale sulla quale era necessario il mio sì, avrei votato a favore”.

Si è associata Laura Nugai, già sindaca di Sparone ora in minoranza, che era collegata da remoto. “Mi astengo anch’io – ha dichiarato - per il dubbio di essere di fronte ad un ente che non esiste più”.

Silvio Varetto, ex-primo cittadino di Alpette ed ex-presidente dell’Unione, sentendosi chiamato in causa da Bruno Mattiet si è adombrato ed ha polemizzato con lui: “Non è vero che si perdono i fondi Regionali per la Montagna: ci verrà tolta solo la parte relativa ai 25 giorni di sospensione. Inviando la delibera con cui introduciamo i Servizi Associati che ci avevano richiesto il problema si risolve”.

Dopo il voto si è passati alle Comunicazioni del Presidente, che ha riepilogato quanto accaduto nelle ultime settimane: “La Regione ci aveva avvisati che eravamo scesi sotto la soglia minima di abitanti (3.000 con possibilità di deroga fino al 10%). Il 10% lo avevamo superato ma ci avrebbero concesso una proroga se fossimo riusciti a trasferire almeno due funzioni. Il giorno dopo però la dirigente regionale responsabile delle Autonomie ci aveva comunicato che occorreva dimostrare cosa si stava facendo. Avevamo preparato una relazione ma la situazione è peggiorata in seguito ad interventi più dannosi che utili”. A quanto pare di capire, qualcuno di non precisato aveva cercato di fare pressioni (sui politici della Regione o sui funzionari?) e questo aveva provocato un irrigidimento.

Intervenire ora è più complicato anche perché le dimensioni dei paesi non aiutano: ad esempio Ribordone è così piccolo che ha trasferito 5 funzioni mentre Ceresole ne ha delegate 4 ma non riesce a farlo con quella della Polizia Municipale per problemi organizzativi. Poi c’è il fatto che i dipendenti dei vari Comuni non sarebbero disponibili a passare alle dipendenze dell’Unione: vista la situazione d’incertezza è più che comprensibile… Si rimedierà con l’istituto del <comando>: lavorare per l’Unione ma rimanendo nell’organico del Comune da cui si proviene e ricevendo lo stipendio da esso.

Lodo ASA e Unione Gran Paradiso: dubbi, voci e astensioni a Locana

Dei problemi riguardanti l’Unione Gran Paradiso si è parlato venerdì scorso in due momenti successivi: due ore prima del consiglio dell’Unione, convocato per le 19, si era infatti riunito quello comunale di Locana. Anche in questo caso era stato il consigliere di minoranza Giovanni Bruno Mattiet ad introdurre l’argomento prima della votazione sul trasferimento all’Unione dei soldi accantonati per il Lodo ASA: se l’accordo transattivo andrà in porto, sarà infatti quest’ente a versare il corrispettivo dovuto dai singoli Comuni.

In un primo momento la richiesta di porre una domanda sull’Unione era stata respinta dal vicesindaco Mauro Guglielmetti: “Non è pertinente”. Aveva ribattuto l’avversario: “Altroché se lo è! Anticipo che voterò a favore ma l’Unione c’è ancora? Possiamo trasferirle dei soldi?”. A rispondergli non è stato un esponente della giunta ma la Responsabile del Servizio Finanziario, che di fatto ha condotto buona parte del consiglio. “L’Unione esiste – ha risposto – Al momento siamo fuori dalla Carta Associativa ma abbiamo tempo per rientrare fino al 15 dicembre. Stiamo portando avanti tutte le pratiche necessarie”. Non convinto, Bruno Mattiet (che di questioni procedurali s’intende parecchio avendo alle spalle una lunga esperienza di sindaco) ha chiesto esplicitamente alla segretaria comunale di rispondergli in modo formale, mettendo tutto a verbale. La dichiarazione è arrivata: “L’Unione è attiva e nel pieno dei suoi poteri” ma poco dopo è venuta alla luce un’altra questione.

E’ infatti emerso che i 100.000 euro accantonati a suo tempo dall’Unione per supportare i Comuni nel caso si fosse arrivati alla transazione, almeno per ora non verranno resi disponibili: la Responsabile Finanziaria dell’Unione non se la sente di impegnare una somma simile nell’attuale situazione d’incertezza. A questo punto tutti i dubbi dell’ex-sindaco sono riemersi ed ha ritenuto più opportuna l’astensione, seguito dall’altro esponente del suo gruppo (il terzo era assente).

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