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Telenovela del gas: Italgas si prende la rete, AEG perde i tubi

Dopo quattro anni di carte, ricorsi e milioni in ballo, Ivrea chiude la gara da 105 milioni per la distribuzione del gas nel Canavese. La storica rete di AEG passa al colosso torinese: fine di un’era per le municipalizzate.

Telenovela del gas: Italgas si prende la rete, AEG perde i tubi

Telenovela del gas: Italgas si prende la rete, AEG perde i tubi

Ci sono voluti quattro anni, due ricorsi, decine di determine e una pazienza degna di Giobbe, ma alla fine il Comune di Ivrea ce l’ha fatta: con un provvedimento datato 13 ottobre 2025, ha messo la parola fine a una delle vicende amministrative più lunghe, intricate e costose del Canavese. È la storia dell’affidamento in concessione del servizio di distribuzione del gas naturale nell’Ambito Territoriale Torino 5 “Nord Est”, una procedura che ha attraversato governi, segretari comunali e tribunali, lasciando dietro di sé faldoni e fatture legali.

Dopo un percorso degno di una telenovela, la gara — quella famosa da 105 milioni di euro — è stata definitivamente aggiudicata a Italgas Reti S.p.A., che gestirà il servizio per i prossimi dodici anni. Un risultato che chiude una procedura avviata nel lontano dicembre 2021, con Ivrea nel ruolo di stazione appaltante e la Provincia di Biella come Centrale unica di committenza. Una coppia istituzionale che, tra carte bollate, sigle ministeriali e ricorsi, ha dovuto fare i conti con un sistema normativo che, più che un gasdotto, somiglia a un labirinto.

La riforma, in effetti, parte da lontano. Il decreto legislativo 164 del 2000 e la legge 239 del 2004 hanno imposto che le concessioni del gas non possano più durare all’infinito e debbano essere affidate tramite gara pubblica a operatori qualificati per periodi non superiori a dodici anni. Le vecchie concessioni comunali diventano così Ambiti Territoriali Minimi (ATEM): nel caso del Canavese, l’Atem Torino 5 Nord Est, con 76 Comuni, 64 già metanizzati, una rete di oltre 960 chilometri di tubature e quasi 58 mila punti di riconsegna. Un territorio vasto, dove per anni il gas ha continuato a scorrere tra proroghe e gestioni provvisorie, mentre gli uffici si perdevano tra determine e pareri.

La scelta di Ivrea come Comune capofila risale al 2014, ma la montagna burocratica era talmente alta che nel 2021 si decise di chiedere aiuto alla Provincia di Biella, reduce da un’esperienza simile sull’ambito “Biella”. Biella accettò di farsi carico della parte tecnica con l’assistenza dello Studio Fracasso S.r.l. di Montesilvano (Pescara), specializzato nel settore. Il 22 dicembre 2021, il bando venne pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, e da lì iniziò l’epopea.

Appena un mese dopo, il 27 gennaio 2022, arrivò il primo colpo di scena: Reti Distribuzione Srl, la società controllata all’85% da AEG Coop e al 15% dalla stessa Italgas, presentò ricorso al TAR Piemonte chiedendo l’annullamento della gara. Motivo? Il Valore Industriale Residuo (VIR) degli impianti — cioè il valore commerciale delle reti — stimato in “soli” 50 milioni di euro. Troppo poco, sosteneva l’azienda, perché non teneva conto degli investimenti fatti negli ultimi anni. Ivrea, forte del parere tecnico dello Studio Fracasso, decise di resistere in giudizio. E così, mentre il gas continuava a scorrere sotto terra, in superficie cominciavano a scorrere solo le carte.

Nel 2024, la vicenda pesava ormai anche sui bilanci: 77 mila euro di spese legali tra tutti i Comuni coinvolti, 17 mila solo per Ivrea, come riportato in una determina firmata dal segretario generale Gerardo Birolo. Un conto salato, ma la Città non si tirò indietro. Il ricorso di Reti Distribuzione venne poi ritirato, dopo che il VIR fu aggiornato al 2020 e rivalutato in 72 milioni di euro.

Ma la quiete durò poco. Nel settembre 2023, il colosso milanese 2i Rete Gas S.p.A. presentò un nuovo ricorso, sempre al TAR. Il bando, secondo loro, non permetteva di formulare un’offerta consapevole e utilizzava dati non ancora validati da ARERA. Anche in questo caso, la giustizia amministrativa diede torto ai ricorrenti: il TAR Piemonterespinse tutto a gennaio 2023, e il Consiglio di Stato confermò nel dicembre successivo, definendo l’appello “del tutto inammissibile”. Dopo anni di sospensioni, stop and go, carte bollate e ordinanze, la gara poté finalmente rimettersi in moto.

Il 5 maggio 2025, però, un altro colpo di scena: 2i Rete Gas si ritira dalla gara chiedendo la restituzione dei plichi. In campo resta solo Italgas Reti, che presenta un’offerta definita “anomala” per via dei punteggi altissimi ottenuti su sicurezza e qualità. Tradotto: era talmente buona da richiedere una verifica di congruità. L’azienda torinese, con la calma olimpica di chi sa di non avere rivali, risponde nei tempi previsti e fornisce tutti i documenti ad ARERA. Il 13 giugno 2025, l’offerta viene giudicata congrua; il 30 giugno, la Provincia di Biella approva l’aggiudicazione; e tre mesi dopo, Ivrea prende atto. Fine della telenovela: Italgas Reti è il nuovo gestore unico del gas per tutto il Canavese.

L’offerta non prevedeva miracoli economici: zero sconto sulle tariffe, ma 30% di riduzione sui servizi all’utenza, 11 metri di nuova rete per cliente e un 1% in più di investimenti per l’efficienza energetica. Italgas dovrà versare un corrispettivo una tantum di 280.413 euro per coprire gli oneri di gara e, ogni anno, una quota pari all’1% del capitale di località e della quota di ammortamento annuale, pari a 55 mila euro nel primo anno.

Ma dietro la sigla “aggiudicazione” si nasconde anche un cambio di potere. Con questa concessione, AEG Coop, attraverso la sua controllata Reti Distribuzione Srl, perde definitivamente la proprietà e la gestione della rete in decine di Comuni. È la fine di un’epoca: quella delle municipalizzate canavesane che, per decenni, avevano fatto del metano una bandiera dell’autonomia energetica locale. Adesso i tubi, i contatori e i chilometri di rete passano sotto il cappello di Italgas Reti, che non sarà solo gestore, ma anche proprietaria del sistema per tutta la durata della concessione.

Italgas

Un colpo non da poco per il mondo AEG, che vede sfumare un patrimonio costruito negli anni e oggi stimato in oltre 70 milioni di euro di valore industriale residuo. La “rete di casa”, nata con i soldi dei cittadini, diventa così parte del colosso torinese. E pensare che AEG Coop, nata per garantire un’energia locale e indipendente, si ritrova oggi a consegnare ai privati proprio il suo simbolo più concreto: la rete del gas. È la parabola perfetta dell’autonomia energetica “made in Canavese”.

Per Ivrea, invece, resta il ruolo di vigilanza e controllo, con un ritorno economico limitato ma simbolico: una piccola percentuale annuale e la soddisfazione di aver portato a termine una gara che sembrava infinita. Dopo quattro anni di carte, decreti, TAR e Consiglio di Stato, il gas del Canavese torna finalmente a scorrere.
Sulla carta, naturalmente. Perché, come si sa, la burocrazia italiana è un combustibile che non finisce mai. E a Ivrea, più che il metano, a scaldare gli animi restano sempre le carte bollate.

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