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07 Ottobre 2025 - 21:22
C’è tutta la magia delle storie inaspettate dietro l’anello che oggi, a Torino, ha fatto tremare i telefoni dei collezionisti di mezzo mondo. Un Bulgari con un diamante rosa di oltre 3 carati, tramandato da una nonna a una nipote convinta per anni di indossare un innocuo quarzo rosa, è stato venduto all’asta da Bolaffi per la cifra record di 2 milioni e 260 mila euro.
Il gioiello, cimelio di famiglia e protagonista di una delle aste più vivaci mai viste nel capoluogo piemontese, ha scatenato una battaglia tra oltre dieci compratori internazionali, collegati telefonicamente da New York, Ginevra, Londra e Hong Kong. A vincere è stato il collezionista più determinato, dopo una gara serrata durata diversi minuti, scandita da rilanci di decine di migliaia di euro.
L’anello, di taglio rettangolare a gradini da 3,18 carati, è accompagnato da un certificato GIA che lo classifica come Natural Fancy Intense Pink, VS2, di tipo IIa, una combinazione di caratteristiche che lo colloca tra i diamanti più rari al mondo. Attorno alla gemma principale brillano 64 diamanti taglio brillante e baguette, per un totale di 1,93 carati, incastonati in una montatura elegante e senza tempo.

La scoperta del suo valore è avvenuta quasi per caso. La proprietaria, che lo aveva ricevuto in eredità dalla nonna, lo considerava un semplice anello da indossare con affetto, “un ricordo di famiglia, non certo un tesoro”. Solo la perizia degli esperti di Aste Bolaffi ha svelato la verità: quel “quarzo rosa” era in realtà una delle pietre più ambite del pianeta, con una tonalità intensa e una purezza che lo rendono un unicum nel panorama mondiale.
Il risultato, oltre a suscitare stupore e ammirazione, rappresenta il secondo realizzo più alto mai ottenuto da un gioiello all’asta in Italia e segna un nuovo record assoluto per Aste Bolaffi, superando il primato raggiunto appena a maggio con la vendita di un’opera di Fernand Léger.
«Si tratta di un risultato straordinario, che conferma il momento d’oro del mercato del lusso e il crescente interesse internazionale verso Torino come piazza d’asta di alto livello», spiegano dalla casa d’aste. Un risultato che, per gli addetti ai lavori, vale doppio: perché dietro la cifra milionaria c’è il fascino discreto di una storia che somiglia a una favola moderna.
Un gioiello dimenticato in un cassetto, un errore di valutazione lungo una generazione, una scoperta che cambia tutto. E una città, Torino, che per un giorno è diventata il palcoscenico di un piccolo miracolo del collezionismo: quando la realtà supera la fantasia e un anello di famiglia diventa leggenda d’asta.
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