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Ivrea in Azione

Mobilità sostenibile a Ivrea: chiacchiere, buche e autobus fantasma

Mobilità sostenibile a Ivrea, oltre gli slogan: scelte sistemiche e inclusive, trasporto pubblico efficiente, piste ciclabili sicure, manutenzione di strade e marciapiedi, bus dal Movicentro e ascolto dei cittadini.

Mobilità sostenibile a Ivrea: chiacchiere, buche e autobus fantasma

Mobilità sostenibile a Ivrea: chiacchiere, buche e autobus fantasma

La mobilità sostenibile a Ivrea non può essere ridotta a slogan o a qualche annuncio di circostanza. È una questione seria, che richiede un approccio sistemico e, soprattutto, inclusivo. Sistemico perché non basta mettere mano a un singolo tassello: serve una visione d’insieme, capace di tenere insieme esigenze sociali, culturali ed economiche. Inclusivo perché non si può pensare di costruire una città più vivibile contrapponendo ciclisti ad automobilisti, pendolari a commercianti, residenti a visitatori.

Il commercio locale vive anche grazie a chi arriva da fuori, gli eporediesi hanno diritto a spostarsi senza ostacoli, chi lavora o studia in città non può essere penalizzato da soluzioni ideologiche che restano sulla carta. Trovare un equilibrio non è semplice, ma è l’unico modo per garantire a tutti la libertà di movimento senza trasformare la mobilità sostenibile in un campo di battaglia.

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Ed è proprio qui che l’amministrazione comunale deve fare la sua parte. Non servono proclami o consulenze dorate: servono scelte concrete, credibili e praticabili. Perché non si costruisce un futuro sostenibile imponendo divieti o alternative inadeguate, ma offrendo soluzioni che funzionano davvero. E oggi, i trasporti pubblici, anziché incentivare un cambio di abitudini, sembrano allontanarcene: corse tagliate, linee ridotte, ritardi cronici. È illusorio immaginare una Ivrea piena di biciclette se prima non si garantiscono piste ciclabili sicure, continue e separate, capaci di proteggere ciclisti e pedoni.

Altrimenti il rischio è semplicemente spostato: non essere più investiti da un’auto, ma finire a terra per colpa di una bici o di un monopattino lanciato a tutta velocità. La differenza, per chi si fa male, resta poca.

La verità è che la mobilità sostenibile non può essere calata dall’alto. Bisogna cominciare dalle basi: strade e marciapiedi in ordine, senza buche e dissesti che mettono in pericolo chi cammina o pedala. Senza questa manutenzione elementare, ogni grande progetto rischia di diventare un guscio vuoto.

E poi c’è la questione del trasporto pubblico locale, che merita un capitolo a parte. Prima di chiedere ai cittadini di lasciare l’auto, occorre garantire corse frequenti, puntuali ed efficienti. Non ha senso parlare di “mobilità verde” se prendere un autobus significa condannarsi a lunghe attese o a viaggi disagevoli. Perfino i dettagli fanno la differenza: i conducenti dei bus sostitutivi della Ivrea–Aosta dovrebbero, ad esempio, spegnere i motori durante le soste, come prevede il codice della strada. Un gesto minimo, ma importante, che ridurrebbe inquinamento e rumore.

Infine, una nota che non è più tollerabile ignorare: la partenza dei bus. Continuare a trasformare Corso Nigra in un imbuto è una scelta incomprensibile e pericolosa, quando esiste già il Movicentro, pensato e costruito apposta per garantire ordine e sicurezza. Eppure si preferisce mantenere la confusione, con incidenti e ingorghi sempre in agguato.

Fare spallucce davanti alle segnalazioni dei cittadini è non solo imbarazzante, ma anche offensivo. Ogni denuncia rimasta inascoltata mina la fiducia nella politica e alimenta la sensazione che tutto sia già deciso, a prescindere da chi vive la città ogni giorno.

Promuovere davvero la mobilità sostenibile significa allora una cosa sola: azioni concrete, non chiacchiere. Un impegno costante e condiviso tra amministrazione, cittadini, commercianti e operatori del trasporto. Solo così Ivreapotrà diventare una città dove muoversi liberamente senza sacrificare la libertà di altri.

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