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A Ivrea il laboratorio europeo sul calcestruzzo

Trentuno studenti di architettura e ingegneria da Italia, Spagna e Turchia hanno partecipato a un mese di lezioni e laboratori tra Villa Capellaro e le Officine Olivetti, studiando come restaurare il patrimonio del Novecento

A Ivrea il laboratorio europeo sul calcestruzzo

A Ivrea il laboratorio europeo sul calcestruzzo

Ivrea torna al centro della scena internazionale. Non per un revival nostalgico, ma per un progetto che guarda dritto al futuro partendo dal cemento, il materiale che più di ogni altro ha plasmato l’architettura del Novecento. Si è chiusa infatti la seconda edizione di CONCRETO Academy, il laboratorio europeo che mette in dialogo studenti, ricercatori e professionisti sulla conservazione dell’architettura moderna.

Il progetto, finanziato da Erasmus+ e coordinato dalla Fondazione Pier Luigi Nervi Project insieme alla Città di Ivrea, coinvolge 13 partner da quattro paesi europei e dalla Turchia. È un’iniziativa triennale (2024-2026) che vuole insegnare a leggere e a custodire il calcestruzzo armato, un materiale apparentemente “banale” ma che, nelle mani di maestri come Pier Luigi Nervi, ha dato vita a edifici iconici in tutto il mondo.

concreto

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La formula non è quella di un semplice corso universitario: CONCRETO Academy riprende lo spirito della “bottega dell’artista”, un luogo dove teoria e pratica si fondono. Gli studenti alternano lezioni online a esperienze immersive sul campo, fino a un mese intensivo ad Ivrea, tra l’area industriale di Via Jervis, dichiarata patrimonio mondiale dall’UNESCO, e i cantieri di restauro che diventano vere e proprie aule all’aperto.

Quest’anno, 31 giovani di Italia, Spagna e Turchia hanno varcato le soglie degli spazi olivettiani, trovandosi fianco a fianco con docenti e professionisti. L’obiettivo: imparare a conoscere il cemento non solo come materiale edilizio, ma come elemento vivo di un patrimonio che rischia di essere dimenticato o, peggio, demolito.

Il caso di studio scelto per il 2025 è stato Villa Capellaro, progettata tra il 1953 e il 1955 da Marcello Nizzoli e Giuseppe Oliveri. Nizzoli, noto soprattutto come designer della Olivetti, autore di macchine da scrivere come la Lettera 22, fu anche architetto di spazi aziendali che hanno fatto scuola. Con Oliveri, mise la sua firma su questa residenza privata, un edificio che racconta il gusto e le sperimentazioni di un’epoca in cui il calcestruzzo era sinonimo di progresso e modernità. Per i partecipanti, Villa Capellaro ha rappresentato una palestra di idee: rilievi, analisi strutturali, proposte di intervento per garantire la conservazione senza tradire lo spirito originale. Dopo l’ex Sertec, studiata nell’edizione 2024, l’Academy ha scelto un edificio meno monumentale ma ugualmente emblematico, capace di mostrare come anche le abitazioni private del dopoguerra abbiano contribuito a scrivere la storia del design e dell’architettura.

Il programma non si è limitato allo studio in aula. Gli studenti hanno lavorato anche negli spazi delle storiche Officine ICO, oggi gestite da ICO Impresa Sociale. Un contesto unico, dove l’eredità di Adriano Olivetti continua a vibrare tra le mura. Qui, i partecipanti hanno sperimentato tecniche pratiche, confrontandosi con le problematiche del restauro di strutture in calcestruzzo e con la necessità di trovare soluzioni innovative, sostenibili e rispettose della storia.

L’Academy ha voluto aprirsi anche alla cittadinanza. Una giornata speciale ha visto l’architetto Daniele Boltri guidare il pubblico alla scoperta delle architetture olivettiane, spiegando come queste non siano solo “fabbriche” o “uffici”, ma un progetto sociale e culturale che univa estetica e funzione, comunità e lavoro. A seguire, un laboratorio di autocostruzione ispirato al metodo partecipativo di Enzo Mari ha coinvolto studenti e cittadini nella creazione collettiva di un oggetto funzionale per uno spazio pubblico: un gesto concreto che ha unito creatività, manualità e senso di comunità.

A tirare le somme sono state Elisabetta Margiotta Nervi e Irene Matteini, coordinatrice e direttore tecnico del progetto. “Ivrea - commentano -è un contesto straordinario. Oltre alle architetture olivettiane della core zone UNESCO, perfetti casi studio per il nostro lavoro di conservazione, qui si respira l’eredità di Adriano Olivetti. Il cemento è un materiale complesso e affascinante, spesso sottovalutato. Quest’anno ci siamo concentrati su Villa Capellaro, una residenza privata che completa il percorso di ricerca iniziato con l’ex Sertec. Il gruppo ha dimostrato entusiasmo e competenza, confermando la validità del nostro approccio”.

Non meno entusiasta il sindaco di Ivrea, Matteo Chiantore, che sottolinea il valore simbolico dell’iniziativa.

“Il progetto della Fondazione Nervi - dice - ci rende orgogliosi perché porta Ivrea a essere nuovamente crocevia internazionale. Questo rinnovato spirito rappresenta la visione di Adriano Olivetti, che ha sempre creduto nella crescita culturale e nello scambio tra competenze diverse. CONCRETO Academy rafforza il nostro impegno nel valorizzare il patrimonio della città, creando nuove opportunità di confronto e collaborazione”.

CONCRETO Academy non è solo un corso di formazione: è un’esperienza che restituisce a Ivrea il suo ruolo di laboratorio di idee, nel segno della continuità tra passato e futuro. In una città che ha fatto della sperimentazione architettonica e sociale un marchio di fabbrica, l’attenzione al calcestruzzo del Novecento diventa occasione per riscoprire non solo edifici, ma un modo di concepire il rapporto tra lavoro, comunità e bellezza. L’appuntamento è già fissato per il 2026, con la terza e ultima edizione del progetto. Un nuovo capitolo per ribadire che, se trattato con cura e competenza, anche il cemento può raccontare storie di innovazione, di cultura e di futuro.

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