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Cronaca

Addio a Giancarlo Francone, l’uomo che ha fatto di Chivasso una grande famiglia

Ingegnere, Abbà del Carnevale, anima del Borgo Vercelli, fotografo della vita e dell’amore per la sua città: a 84 anni si spegne un punto di riferimento per generazioni, ma resta la sua scia luminosa nei cuori di tutti

Addio a Giancarlo Francone, l’uomo che ha fatto di Chivasso una grande famiglia

Giancarlo Francone

Ci sono persone che, anche quando non ci sono più, continuano a camminare accanto a noi perchè erano l'essenza stessa di un una comunità. Lo fanno con le loro parole, con i loro gesti, con quella dolcezza e quella generosità che hanno saputo spargere nel tempo come un profumo delicato, difficile da dimenticare. Giancarlo Francone, per Chivasso, era una di queste persone.

Ottantaquattro anni, portati con l’orgoglio di chi ha vissuto ogni giorno con gratitudine.

“Ringrazio Dio per avermi concesso una vita felice ed in salute”, scriveva su Facebook nel 2022, pubblicando con tenerezza una serie di foto: a 15 anni al Collegio con il fratello, poi a 25 per la laurea, e ancora a 30, 40, 50, 60, 70, 80… ogni decennio immortalato accanto alla sua famiglia, la sua roccia, il suo bene più prezioso.

con Gege

Con Gege

Abba

E con un “fuerte abrazo” abbracciava idealmente gli amici italiani, spagnoli e argentini. Perché Giancarlo aveva una visione larga del mondo, fatta di relazioni, di affetto, di un senso profondo di umanità che non conosceva confini.

Ingegnere, ex capocentrale dell’Enel di Chivasso, uomo retto e preciso nel suo lavoro, ma anche storico Abbà del Carnevale nel 1982, accanto a Gabriella Avanzato, la Bela Tolera di quell’edizione che tutti ricordano come una delle più coinvolgenti. E come dimenticare il suo entusiasmo, la sua capacità di trascinare, la sua instancabile energia nell’organizzare feste e momenti di allegria per tutti?

Al Borgo Vercelli era un’istituzione: grande animatore, mente vivace, cuore aperto. Lo ricordava così anche lui stesso, con commozione, poco tempo fa in un post struggente in memoria dell’amico Gege Volta: “Insieme organizzammo feste e Carnevali memorabili… rimarrai per sempre nel cuore dei Chivassesi”.

Parole che oggi ci tornano addosso come un’eco, perché quello stesso cuore, ora, piange Giancarlo.

Eppure, nel dolore, c’è anche la bellezza del suo passaggio tra noi.

Amava profondamente Chivasso, la fotografava con uno sguardo che sapeva cogliere la luce anche nei giorni più grigi. Ogni angolo, ogni scorcio, ogni festa del paese era per lui una piccola poesia da custodire.

Era un uomo che non si risparmiava, mai. Un uomo che aveva capito che la vita vale se è condivisa, se è spesa per gli altri, se si lascia una scia – proprio come quella che citava nel commovente verso di Machado: “Caminante no hay camino, sino estelas en el mar”. Non c’è un sentiero tracciato, diceva, solo scie nel mare. Ma quella che hai lasciato tu, Giancarlo, è profonda e limpida. E resta.

Lo hanno annunciato i familiari con poche parole, dolci, in italiano e in spagnolo: “Anche se non sei più qui con noi, sarai sempre nei nostri cuori e nei nostri più bei ricordi”. E in quelle parole c’è tutta la sua eredità: un modo di vivere gentile, un animo grato, uno sguardo che sapeva vedere il bello nelle cose semplici, e nel prossimo.

Non sappiamo ancora quando si terranno i funerali. Ma sappiamo che tutta Chivasso si fermerà. Perché ci sono addii che non sono solo di una famiglia, ma di un’intera comunità. E questo è uno di quelli. Saranno in tanti, tantissimi, a voler stringere idealmente quella mano gentile, a voler dire “grazie” a quel signore elegante e con i capelli bianchi che in ogni stagione della vita ha saputo essere luce.

Oggi il Borgo Vercelli ha perso un punto di riferimento. Ma la sua voce, le sue risate, le sue foto, i suoi ricordi resteranno tra i vicoli, nei cortili, nei racconti degli amici, nei sorrisi dei nipoti. Resteranno nelle scie leggere che solo chi ha vissuto con amore sa lasciare nel cuore degli altri.

Addio Giancarlo Francone, viaggiatore della vita, costruttore di ponti, amico buono, carnevalaro dell’anima. Cammina pure, adesso. E noi, voltandoci, vedremo ancora il sentiero che hai lasciato.

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