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12 Giugno 2025 - 17:57
Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera con il regista Gabriele Vacis
Un arcobaleno nel cielo plumbeo appare sulla ciminiera dell’impianto del termovalorizzatore del TRM, in via Paolo Gorini a Torino, un capolavoro di tecnologia in costante aggiornamento, uno strumento virtuoso per recuperare dai rifiuti energia elettrica e termica da destinare a migliaia di famiglie di Torino. Lo hanno spiegato Alessandro Battaglino, presidente TRM, e l’amministratore delegato, Giuseppa Di Bartolo, davanti a 400 spettatori che hanno polverizzato le prenotazioni on line in poche ore.
E per il secondo anno consecutivo, l’estate all’ombra di uno degli impianti più moderni d’Europa coincide con l’appuntamento con il teatro. Un rimorchio che diventa un palco e le sagome d’acciaio dei pianoforti, realizzate dagli operai delle officine Morello, donano anche un tocco di artigianalità “made in Fornacino”, sempre per rimanere nei dintorni di Settimo. E quando si parla di Settimo, collegare al teatro questo numero romano diventato città vien naturale come quel ramo d’arcobaleno spuntato come l’eterna magia dopo la pioggia.
Perché sabato 7 giugno, durante la replica del Novecento di Alessandro Baricco, interpretato dagli attori PoEM Letizia Russo, Pietro Maccabei, Lorenzo Tombesi e Gabriele Valchera, con il loro regista e maestro Gabriele Vacis e con Roberto Tarasco in cabina di scenofonia, è piovuto. Non un acquazzone tropicale, fortunatamente, ma una buona dose di goccioloni impossibili da sopportare se non sotto un ombrello. Ma tra il pubblico c’era anche chi questa pioggia non la teme: Gianni Fina è un ciclista amatoriale abituato alle intemperie oltre ad essere il meccanico ideatore della Ri-Ciclistica Settimese (e ancora Settimo…), con la sua Ciclofficina in piazza della Libertà.
Lui è rimasto seduto e ha immortalato un momento di assoluto sentimento mentre gran parte del pubblico si era alzato per cercare riparo sotto gli spioventi della palazzina TRM. Una foto in cui Gabriele Vacis rimane al suo posto di comando mentre i suoi giovani attori lo riparano dalla pioggia. In quel momento, lui era diventato il capitano della nave Virginian, quella su cui suona il pianista sull’oceano Denny Boodman TD Lemon Novecento. Una delle immagini più belle e vere di questi social e in quest’epoca di ipnocrazia, per usare un termine evocato spesso da Vacis negli ultimi tempi.
Gianni Fina l'ha pubblicata su Facebook accompagnandola con una frase che contiene tutto: bella scrittura, sentimento e anche il senso di gratitudine verso il destino che gli ha concesso il regalo di esserci stato in quel preciso istante e seduto su quella sedia, di fronte allo scorcio perfetto.
“PoEM e Gabriele Vacis con Novecento di Baricco al Termovalorizzatore - ha scritto Gianni Fina - . Lo abbiamo già letto e riletto, visto e rivisto, e sempre ci siamo immaginati l'Oceano, di stare sulla nave sull'acqua. Sabato l'acqua ci è arrivata anche dal cielo, è piovuto. L'acqua di sotto immaginata, quella da sopra reale. Nessuno del pubblico se ne è andato. Tra ombrelli di ogni foggia e colore, mantelle, improbabili coperture di nylon, buste della spesa in testa, lo spettacolo è proseguito senza allentare la presa sul pubblico, a trent'anni dal debutto e in questo nuovo allestimento Novecento è ben più forte di un acquazzone estivo. Alla fine è arrivato anche il sole, ad applaudire”. Stupendo.
Dopo una breve interruzione, Novecento è ricominciato. Nel 1999, quel libro ispirò il film “La Leggenda del Pianista sull’Oceano”. Gli attori, nati anche loro nel 1999, hanno condotto quella nave sulle onde delle pagine, tra momenti di poesia e sagome di pianoforti danzanti. Fino al gran finale in cui Vacis si rinnova maestro agli occhi degli spettatori, in piedi ad applaudirlo. “Con Eugenio Allegri e Alessandro Baricco avevamo trovato un punto di accordo - aveva detto Vacis introducendo lo spettacolo - : trent’anni fa, nel 1994, era un’epoca in cui si dovevano affrontare i desideri. E così nacque il testo di Novecento”.
Il pianista, restando sulla nave carica di tritolo per farla affondare in alto mare, aveva ingannato i desideri celebrando sui tasti contati del pianoforte una forma d’esistenza completa e vissuta nei racconti dei passeggeri. Novecento è uno di noi. Novecento è ovunque. Nelle associazioni, nei consigli comunali, nelle fabbriche, nelle nostre città.
Novecento era Eugenio Allegri, l'attore scomparso prematuramente a Settimo a due passi dall’ingresso del teatro cittadino, nel mese di maggio 2022. Allegri aveva messo in fila centinaia di repliche. Lui da solo sul palco. "Novecento" è un testo tradotto in 40 lingue in tutto il mondo che ha un’anima settimese, quella di Gabriele Vacis e adesso anche quella dei giovani attori di PoEM. Bellezza su bellezza, in continua evoluzione e oceanica crescita. E dove la bellezza arriva, la bellezza resta. Il Teatro Stabile del capoluogo ha inserito “Novecento” nel suo cartellone: sarà ripetuto a fine anno, al Gobetti di Torino, da metà dicembre 2025 fino al 2 gennaio 2026.
I vertici TRM hanno vinto la loro scommessa: quella di portare il teatro laddove non era mai stato. L’anno scorso il Prometeo di Eschilo, quest’anno “Novecento”.
Gli spettatori hanno fatto la fila per complimentarsi con Vacis e con gli attori. Mentre uscivano, i torinesi con gli abiti inumiditi dalla pioggia cercavano la stretta di mano di Alessandro Battaglino per congratularsi e ringraziarlo per questa idea.
E all’imbrunire, sotto altre nuvole più innocue, i PoEM, Vacis e Tarasco stavano già pensando alla partenza per il Cilento, a Pisciotta, per un nuovo Awarness Campus, un seminario di pratiche teatrali aperto a tutti a 1045 chilometri da qui.
Intanto torniamo a casa. L’auto varca il confine e passa sotto il cartello Settimo Torinese. Viene in mente la scena tra Marco Paolini e Gabriele Vacis, attoniti di fronte al medesimo cartello nel film del 2008 "Uno Scampolo di Paradiso".
Egregia Città: ma noi settimesi, cosa abbiamo fatto di male per non meritarci tutto questo a casa nostra?
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