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11 Maggio 2025 - 19:25
Una sfilata rumorosa e colorata, fatta di canti, balli e strumenti a fiato ha animato piazza San Pietro nel giorno del primo Regina Caeli di Papa Leone XIV. Ad accompagnare simbolicamente i partecipanti del Giubileo delle bandenel corteo verso la loggia dove Prevost si è affacciato per la prima volta dopo l'elezione sono stati centinaia di migliaia di fedeli, tantissimi peruviani e anche qualche americano. Arrivati da ogni angolo del mondo per salutare il nuovo Pontefice e fargli sentire la loro vicinanza, tra bandiere, canzoni e il tradizionale 'Viva il Papa' che è risuonato per l'intera mattinata tra il colonnato del Bernini.
Viale della Conciliazione si è trasformata per un giorno in un ideale red carpet sul quale hanno sfilato decine di bande musicali, per il primo evento del giubileo sotto il nuovo pontificato. Divise e strumenti di ogni tipo, dai tamburelli alle fisarmoniche, dai clarinetti alle chitarre hanno rallegrato la domenica di piazza San Pietro. Artisti provenienti da 90 Paesi nel mondo si sono esibiti dai classici bandistici fino ai più popolari 'YMCA' o 'Twist and Shout' dei Beatles. "Il Papa è sempre una gioia enorme", le parole di un entusiasta Francesco, arrivato da Chieti con la sua chitarra per partecipare alla preghiera di Leone XIV.
Un gruppo di 100 suore di Santa Lucia dall'Indonesia mostra uno striscione con il nome della propria parrocchia in Asia. Suor Alfoncina racconta di aver saputo della fumata bianca insieme alle sue consorelle mentre si trovavano al Pantheon. "Qualcuno ha urlato 'habemus papam' – ricorda –, abbiamo provato a raggiungere San Pietro ma gli autobus erano pieni. Oggi però siamo qui." Con loro ci sono anche Riccardo, Emiliana, Jorge ed Heloise, direttamente dal Paraguay. "È la prima volta in Italia e in Europa per mia madre – racconta Riccardo – e ieri non solo ha avuto la benedizione del Papa a Santa Maria Maggiore ma gli ha anche stretto la mano. Leone XIV cercava la gente, voleva salutare le persone. È molto amabile e poi rappresenta l'unità, di Chicago, con origini europee e tanti anni in Sud America."
E proprio dal "suo" Perù sono arrivati in migliaia. Ognuno ha un ricordo o un'immagine legata a 'monsignor Robert', il missionario agostiniano pronto sempre a "sporcarsi le mani" tra la gente. Con le magliette e i cappellini bianchi e rossi, come i colori del loro Paese, si sono fatti sentire intonando i cori 'Leone, Leone'. "Dopo l'annuncio mi sembrava uscisse il cuore dal petto dalla felicità", racconta una fedele, mentre un'amica accanto non smette neanche per un secondo di sventolare lo striscione realizzato per l'occasione.
L'abbraccio dei centomila è durato fino a quando, alle 12 in punto, Prevost si è affacciato dalla loggia dove, tre giorni fa, era stato annunciato l''habemus papam'. La musica ha lasciato spazio al silenzio solenne, interrotto soltanto per gli applausi scroscianti quando Leone XIV ha chiesto la fine di tutte le guerre o quando, rivolgendosi ai giovani, li ha invitati a non avere paura. Proprio come aveva fatto, prima di lui, Giovanni Paolo II.
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