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Settimo cementificata: 407 cittadini dicono no all'ennesima "colata" ma la sindaca Piastra tira dritto

In 407 firmano contro la nuova tangenziale interna, definita inutile e dannosa. L’Amministrazione risponde con una finta retromarcia: carreggiata più stretta, ma cemento garantito. L’ambiente può aspettare

Settimo cementificata: 407 cittadini dicono no all'ennesima "colata" ma la sindaca Piastra tira dritto

elena Piastra e le ruspe

407 cittadini hanno firmato, protestato, scritto, protocollato. Hanno detto chiaro e tondo: questa tangenziale interna è inutile e dannosa. Ma la sindaca di Settimo Torinese Elena Piastra continua a tirare dritto, più testarda di un mulo.

Perché accontentarsi di ascoltare chi abita, vive e respira questa città, quando si può invece regalare l’ennesima colata di cemento e catrame con la scusa di una "tangenziale interna"? Una strada che partirà dalla rotonda del cimitero — metafora non troppo velata di quello che rischia di diventare l'ambiente — per arrivare allo svincolo della statale 11, passando sopra il buon senso e travolgendo le richieste dei cittadini.

Già nel gennaio 2023, 407 persone avevano firmato osservazioni ufficiali chiedendo una cosa semplice: non realizzare l'opera. Una posizione chiara, limpida, inequivocabile. Ma l’Amministrazione ha risposto con la solita furbizia da manuale: "Va bene, restringiamo un po’ la carreggiata, però la strada si fa."
Insomma, si salvi chi può.

petizione

Legambiente Settimo, il Comitato Spontaneo Cittadini di via Po, il Comitato NO Torri Bordina, il Comitato Laudato Si Santa Maria e tanti altri, ribadiscono che questa strada non serve a nulla. Anzi, è dannosa, perché devasta altro suolo libero in una città che avrebbe bisogno di verde, di rigenerazione, di scelte coraggiose contro il cambiamento climatico. Ma dalle parti del Comune, il concetto di "consumo di suolo zero" deve essere ancora in attesa di traduzione.

Nel mirino finisce anche l’area toccata dal Piano Esecutivo Convenzionato, che oggi, in barba a ogni logica ambientale, rischia di diventare edificabile. I cittadini chiedono almeno di blindare questi spazi rendendoli inedificabili, adottando il principio — peraltro banale, nel 2025 — di costruire solo dove già esiste qualcosa. Ma evidentemente a Settimo fa ancora comodo il vecchio vizio: spianare campi, erigere palazzi e, magari, tagliare qualche nastro davanti ai fotografi.

E che a sostenere la protesta ci siano anche personalità come Don Paolo Mignani, parroco dei Mezzi Po, o Alfredo Passarino della SPI-CGIL, poco importa: l'Amministrazione tira avanti, sorda come un muro di cemento armato. Non un ripensamento, non una pausa di riflessione.

Solo l’ansia di costruire, asfaltare, cementificare. Come se il futuro si costruisse con i bulldozer.

La risposta dei cittadini è scritta chiara su ogni firma: questa strada non va fatta. Ma per Elena Piastra e i suoi, sembra che la partecipazione sia un fastidioso ostacolo da aggirare.
Altro che "città sostenibile": a Settimo, sostenibile è solo l'ostinazione nel peggiorare le cose.

Alla fine, forse, aveva ragione Bob Dylan: The answer is blowin’ in the wind.

Ma qui a soffiare, più che la risposta, è la polvere dei cantieri inutili.

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