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Ivrea, città senza cessi: quando scappano i bisogni, scappa anche il buon senso

Turisti spaesati e cittadini esasperati: senza bagni pubblici alla stazione, Ivrea si scopre capitale dell'innovazione... del fai-da-te. La protesta monta: servono soluzioni, non miraggi

Ivrea, città senza cessi: quando scappano i bisogni, scappa anche il buon senso

Ivrea, città senza cessi: quando scappano i bisogni, scappa anche il buon senso

Un sabato qualunque. Davanti alla stazione ferroviaria di Ivrea, gruppi di turisti smarriti si guardano intorno chiedendo: «Scusi, dove sono i bagni?»
Bella domanda. Come faccio a spiegare loro che, se lo Zac è chiuso, è vietato... pisciare?

Ed eccoci al punto. Entra in scena il nostro caro sindaco, teoricamente sempre pronto a rispondere alle esigenze dei cittadini... o almeno così dovrebbe essere. Dopo l'ennesima segnalazione, gli esperti parlerebbero di "pressione politica". Ma da dove arriva questa pressione? Dalla vescica d’acciaio dei concittadini di sinistra? O, più probabilmente, dalla nuova arte di arrangiarsi: cespugli, angoli nascosti, cassonetti dei rifiuti. A Ivrea la filosofia del fai da te non si applica solo alla politica, ma anche ai bisogni più elementari.

ASDFA

Siamo arrivati a un punto di non ritorno.  Ivrea! Città dell’innovazione, delle grandi battaglie culturali e politiche... incapace di garantire un bagno pubblico funzionante in stazione. Non siamo fan delle petizioni, ma questa volta potrebbe essere l'unico strumento per dimostrare il nostro esasperato disgusto. Immaginate: 4.000 firme in favore della pipì libera! Sarebbe un pugno nello stomaco per un'amministrazione che ha verso i problemi dei cittadini lo stesso interesse che un cactus ha per l’acqua.

Caro sindaco, è normale che quando lo Zac! chiude, i bagni nella stazione diventino un miraggio? Dobbiamo forse ricorrere alla “tecnica disperata” del pellegrinaggio urbano alla ricerca di un water? Cercare un bagno pubblico a Ivrea è come cercare un ago in un pagliaio. Solo che, se trovi l’ago, ti senti fortunato. Qui, invece, ti senti preso in giro.

Magari potremmo organizzare un flash mob davanti al municipio. Non con striscioni o cori: solo con l'urgenza scritta sui volti. Una performance spontanea, degna di palcoscenici ben più blasonati.
Chi avrebbe mai pensato che il futuro di Ivrea sarebbe dipeso dalla disponibilità di cessi pubblici?

E adesso, brainstorming: invitiamo i giornalisti a un tour guidato intitolato “La grande avventura dei bisogni irrisolti”. Tappa obbligatoria? Naturalmente il... nessun bagno pubblico. Sarebbe l’occasione perfetta per il nostro sindaco di brillare, sotto i riflettori, mentre i cittadini imparano una verità fondamentale: sì, si può sopravvivere... con la vescica in subbuglio.

Cari amici di Ivrea, la lezione la conosciamo: quando nessuno ti ascolta, bisogna protestare. Ce lo insegna proprio la sinistra, almeno quando vuole ottenere qualcosa.
Vogliamo un sindaco che tolga la fascia e si metta davvero al servizio delle vesciche libere! Perché un sindaco non è chiamato a fare il brillante nei salotti della politica: un sindaco è un amministratore. E un amministratore risolve i problemi concreti, migliora la vita quotidiana della sua comunità.

Invece abbiamo un’amministrazione sorda, insensibile, ideologica. Talmente scollegata dalla realtà che non riesce nemmeno a capire la prima, semplice esigenza di una città viva: un bagno. Un bagno vero.

E adesso, scusateci... andiamo a cercarne uno. Sempre che non ci arrestino prima.

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Commenti all'articolo

  • fulvia.ceresaprucin

    29 Aprile 2025 - 15:02

    Penso che i giornali abbiamo una funzione informativa ma, soprattutto, formativa. I titoli, la terminologia e le immagini utillizzati dovrebbero permettere di fornire notizie chiare e dettagliate, ma senza eccessi volti solo ad attirare l'attenzione ed a colpire, in maniera eccessiva, la fantasia di alcuni lettori, con la certezza di perderne altri.

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  • fulvia.ceresaprucin

    29 Aprile 2025 - 14:56

    Credo che i giornali abbiamo un fine informativo ma, soprattutto, formativo. Titoli, terminologia ed immagini utilizzati dovrebbero essere adatti a fornire un'informazione chiara e dettagliata, segnalando carenze e mancanze anche gravi, ma senza eccessi e senza fini soltanto "scandalistici".

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  • Sovietico Eporediese

    29 Aprile 2025 - 10:58

    Oh ma quindi serve a qualcosa lo Zac? E la sua apertura per garantire anche il servizio igienico? Comunque tutti i locali pubblici dovrebbero garantire la possibilità di poter espletare i propri bisogni. Per cui anche i negozi e bar e ristoranti.

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