Cerca

Attualità

I Castelletti: terra che crolla, arte che resiste

Franano sotto la pioggia, ma la ceramica di Castellamonte continua a parlare al mondo

I Castelletti e la ceramica di castellamonte

Una giornata all’insegna della cultura, della fotografia e delle bellezze del territorio. Venerdì 28 marzo il laboratorio di fotografia dell’Unitre di Cuorgnè, guidato dal docente Osvaldo Marchetti, ha compiuto un’interessante e suggestiva escursione tra le colline di Castellamonte, alla scoperta dei celebri “Castelletti” e delle eccellenze ceramiche locali.

L’escursione ha condotto i partecipanti lungo i pendii della collina di Sant’Anna Boschi, un’area dall’incredibile fascino geologico e paesaggistico. Qui, madre natura ha scolpito nel tempo un paesaggio quasi fiabesco, fatto di pinnacoli di terra, torrette fragili e burroni profondi, frutto dell’incessante azione erosiva delle piogge. Un dedalo di creste, guglie e gole che disegnano un quadro in continuo mutamento, tra rocce compatte e sedimenti sabbiosi di epoca quaternaria. Una scogliera fossile emersa dalla pianura, che milioni di anni fa si protendeva nel mare, ora si erge come testimone silenziosa del tempo geologico e del potere modellante degli agenti atmosferici.

I “Castelletti” – così vengono chiamate queste caratteristiche formazioni – sono il simbolo stesso del territorio di Castellamonte: fragili, affascinanti, uniche. Un paesaggio che ben si presta all’obiettivo dei fotografi, affascinati dalle forme insolite e dalla luce che, a seconda delle ore, scolpisce ulteriormente questi monumenti naturali.

Ma la giornata dell’Unitre non si è conclusa con la sola meraviglia della natura. Dopo l’esplorazione paesaggistica, il gruppo ha fatto tappa presso il laboratorio ceramico di Corrado Camerlo, maestro artigiano e artista della terracotta, la cui bottega si trova proprio ai piedi della zona dei Castelletti. Camerlo, custode di una tradizione secolare, ha accolto i visitatori illustrando le varie fasi della lavorazione ceramica: dalla modellazione dell’argilla locale, al suo trattamento, fino alla smaltatura e alla cottura nei tradizionali forni. Una dimostrazione dal vivo che ha saputo affascinare e coinvolgere tutti i presenti.

Castellamonte, infatti, non è solo conosciuta per i suoi paesaggi unici, ma anche per la storica produzione di ceramiche artistiche, in particolare le celebri stufe in maiolica, simbolo dell’artigianato canavesano nel mondo.

L’iniziativa dell’Unitre si è quindi rivelata un’occasione preziosa per unire natura, arte, storia e fotografia, valorizzando un territorio che sa raccontarsi attraverso le sue pietre, le sue creste e le sue mani sapienti.

Un’esperienza che, come hanno sottolineato molti partecipanti, andrebbe ripetuta e ampliata, magari coinvolgendo anche le scuole e altre realtà associative, affinché le bellezze e le tradizioni del Canavese non restino solo nella memoria di pochi appassionati, ma continuino a vivere nelle nuove generazioni.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori