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01 Aprile 2025 - 09:00
Una giornata all’insegna della cultura, della fotografia e delle bellezze del territorio. Venerdì 28 marzo il laboratorio di fotografia dell’Unitre di Cuorgnè, guidato dal docente Osvaldo Marchetti, ha compiuto un’interessante e suggestiva escursione tra le colline di Castellamonte, alla scoperta dei celebri “Castelletti” e delle eccellenze ceramiche locali.
L’escursione ha condotto i partecipanti lungo i pendii della collina di Sant’Anna Boschi, un’area dall’incredibile fascino geologico e paesaggistico. Qui, madre natura ha scolpito nel tempo un paesaggio quasi fiabesco, fatto di pinnacoli di terra, torrette fragili e burroni profondi, frutto dell’incessante azione erosiva delle piogge. Un dedalo di creste, guglie e gole che disegnano un quadro in continuo mutamento, tra rocce compatte e sedimenti sabbiosi di epoca quaternaria. Una scogliera fossile emersa dalla pianura, che milioni di anni fa si protendeva nel mare, ora si erge come testimone silenziosa del tempo geologico e del potere modellante degli agenti atmosferici.
I “Castelletti” – così vengono chiamate queste caratteristiche formazioni – sono il simbolo stesso del territorio di Castellamonte: fragili, affascinanti, uniche. Un paesaggio che ben si presta all’obiettivo dei fotografi, affascinati dalle forme insolite e dalla luce che, a seconda delle ore, scolpisce ulteriormente questi monumenti naturali.
Ma la giornata dell’Unitre non si è conclusa con la sola meraviglia della natura. Dopo l’esplorazione paesaggistica, il gruppo ha fatto tappa presso il laboratorio ceramico di Corrado Camerlo, maestro artigiano e artista della terracotta, la cui bottega si trova proprio ai piedi della zona dei Castelletti. Camerlo, custode di una tradizione secolare, ha accolto i visitatori illustrando le varie fasi della lavorazione ceramica: dalla modellazione dell’argilla locale, al suo trattamento, fino alla smaltatura e alla cottura nei tradizionali forni. Una dimostrazione dal vivo che ha saputo affascinare e coinvolgere tutti i presenti.
Castellamonte, infatti, non è solo conosciuta per i suoi paesaggi unici, ma anche per la storica produzione di ceramiche artistiche, in particolare le celebri stufe in maiolica, simbolo dell’artigianato canavesano nel mondo.
L’iniziativa dell’Unitre si è quindi rivelata un’occasione preziosa per unire natura, arte, storia e fotografia, valorizzando un territorio che sa raccontarsi attraverso le sue pietre, le sue creste e le sue mani sapienti.
Un’esperienza che, come hanno sottolineato molti partecipanti, andrebbe ripetuta e ampliata, magari coinvolgendo anche le scuole e altre realtà associative, affinché le bellezze e le tradizioni del Canavese non restino solo nella memoria di pochi appassionati, ma continuino a vivere nelle nuove generazioni.
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