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Weekend caldissimo in Canavese: termometri fino a 36 gradi. Occhio all'afa!

L'umidità tenderà a crescere ulteriormente rendendo il clima insopportabile con l'aumento del disagio bioclimatico, soprattutto per le persone più fragili, come anziani, bambini e chi soffre di patologie particolari, specie respiratorie e cardiache

Canavese

Temperature record sono attese in Canavese per il fine settimana

In queste ore l'anticiclone africano sta raggiungendo il culmine di caldo con le temperature che schizzano oltre i 35-37°C al Centro-Sud e fino a 36°C al Nord.

Ma nel corso del weekend lo strapotere dell'anticiclone verrà meno.

Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it comunica che oltre al caldo intenso si dovranno fare i conti anche con l'afa.

Infatti l'umidità tenderà a crescere ulteriormente rendendo il clima insopportabile con l'aumento del disagio bioclimatico, soprattutto per le persone più fragili, come anziani, bambini e chi soffre di patologie particolari, specie respiratorie e cardiache.

Ma qualcosa sembra voler cambiare sulle regioni settentrionali che verranno raggiunte da aria più fresca in quota proveniente dai settori nordeuropei.

Se già venerdì si noteranno le prime avvisaglie con temporali più presenti sulle Alpi (specie orientali) e in Emilia, sarà da domenica 21 che l'aria più fresca sarà più incisiva andando a minare la stabilità dell'atmosfera su molte regioni del Nord.

Dopo un sabato 20 che trascorrerà con sole prevalente e caldo ancora intenso (38°C a Firenze e quasi 40°C sulle Isole Maggiori e al Sud), nel giorno di festa temporali con grandine (localmente di grosse dimensioni) dai settori alpini e prealpini del Nordovest si estenderanno rapidamente verso quelli del Triveneto per poi raggiungere, verso sera, anche le zone pianeggianti fino all'Emilia Romagna.

Questa "ferita" nell'anticiclone avrà ripercussioni non solo nel campo delle temperature che tenderanno a diminuire, seppur in maniera contenuta, al Centro-Nord, ma anche nel tempo previsto per la prossima settimana. Se tutto verrà confermato, il gran caldo africano dovrebbe ulteriormente attenuarsi, mitigato anche dalle meno calde correnti provenienti dai quadranti settentrionali. Farà quindi un po' meno caldo e un po' meno umido.

Centrosud sempre più assetato: emergenza in Sicilia

L'Italia continua ad essere tagliata in due per quanto riguarda l'acqua, con il Centrosud in secca e il Nord che trabocca.

E' il quadro che traccia l'Anbi, l'associazione dei consorzi di bacino, nel suo bollettino settimanale sulle risorse idriche in Italia. In Sicilia si cercano affannosamente nuove fonti di approvvigionamento idrico, e nei prossimi giorni scatterà nei prossimi giorni un piano di razionamento dell'acqua a Palermo.

Gli invasi, in soli 24 giorni e nonostante restrizioni all'uso per centinaia di migliaia di abitanti, sono calati di ben 21 milioni di metri cubi d'acqua. Sei bacini su 29 sono a secco.

In Puglia, nella sola Capitanata, restano meno di 111 milioni di metri cubi di acqua, mentre lo scorso anno ve ne erano quasi 280 milioni. Negli invasi della Basilicata lo scorso anno c'era l'83% di acqua in più.

In Calabria la diga del Menta trattiene meno del 47% dell'acqua invasabile; nel Crotonese, le sorgenti hanno avuto un calo del 46%.

In Abruzzo si è esaurita la disponibilità idrica dal bacino di Penne: fiumi e invasi sono al minimo, con pesanti riprecussioni per l'agricoltura.

In Sardegna, i serbatoi dell'Alto Cixerri sono al 13,59% dei volumi invasabili, mentre la quasi totalità degli altri bacini artificiali è ad un livello di allerta.

In Campania, le dighe cilentane trattengono circa il 50% in meno di acqua invasata rispetto a luglio 2023, i fiumi registrano riduzioni di portata.

Preoccupa la condizione di molti laghi dell'Italia centrale. Nel Lazio il lago di Bracciano si è abbassato di 21 centimetri in un anno. A Roma, il fiume Tevere ha una portata quasi dimezzata rispetto al consueto. In Umbria si riduce ulteriormente l'altezza del lago Trasimeno. Le Marche possono contare ancora su abbondanti riserve idriche, stoccate nei bacini artificiali, nonostante i livelli idrometrici dei fiumi marchigiani siano bassi.

Dalla Toscana in su, la situazione cambia completamente. In Toscana portate sopra la media per quasi tutti i fiumi. Gli invasi della Liguria sono ancora ricchi d'acqua e le portate fluviali superiori alla media.

Nel resto del Nord Italia si registra una situazione di sovrabbondanza idrica in fiumi e laghi: si chiedono i danni per i nubifragi, che hanno compromesso i raccolti (ad esempio, nell'Alessandrino e in Canavese) e le previsioni meteo promettono ancora precipitazioni consistenti su Alpi e Prealpi.

I laghi settentrionali devono smaltire velocemente il surplus d'acqua in previsione di nuovi nubifragi, che potrebbero provocare non pochi problemi: il Maggiore cala di 7 centimetri (riempimento:102,3%), il Lario è al 78,8% ed il Benaco al 95,7%. Sale ancora il livello del bacino d'Iseo (riempimento: 97,9%) ormai a pochissimi centimetri dal massimo storico. In Valle d'Aosta la Dora Baltea registra un surplus di quasi il 157% rispetto al consueto.

In Piemonte, le portate dei fiumi sono sopra la media. Il Po ha portate fortemente superiori alla media dalla sorgente alla foce. In Lombardia il fiume Adda ha una sovrabbondanza idrica, pari al 105%, e ad inizio Luglio sulle Alpi c'è ancora abbondante neve in quota. Le riserve idriche regionali segnano +55,3% sulla media storica. Nel Veneto lo scioglimento della neve fa aumentare del 121% il flusso del fiume Adige. Qui, come sui bacini di Brenta, Piave e Po, nel mese di giugno si sono registrati i massimi apporti da 30 anni.

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