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Ivrea

Città in lacrime per Gianni Pitossi, il Cuore del Bar Italia

E' stato il volto familiare dietro il bancone del Bar Italia in corso Cavour per ben 40 anni, proprio sotto il Municipio

Città in lacrime per  Gianni Pitossi, il Cuore del Bar Italia

Come per ogni bar di ogni angolo del mondo, si potrebbero raccontare mille storie. Spesso teatro di accadimenti bizzarri e variopinti, dai scherzi tra avventori che immancabilmente nel corso del tempo diventano amici, alle piccole o grandi cose che, a Ivrea, fanno da contorno al Carnevale.

Nella memoria di chi li vive e li ha vissuti ci sono anche gli scherzi. Uno, tanti anni fa, costruito tra un bicchier di vino e un caffè, prese di mira l’allora direttore della Cassa di Risparmio di Torino, Gianmatteo Mossino, con tanto di commiato con epigrafi stampate dall’allora vicina tipografia Giglio Tos. Tante furono le condoglianze sentite in quel bar, molte delle quali pronunciate di fronte allo stesso divertito “defunto”.

Tutto questo per dire che Ivrea piange la scomparsa di Gianni Pitossi, 80 anni, un uomo che ha lasciato un segno indelebile in città. È stato il volto familiare dietro il bancone del Bar Italia in corso Cavour per ben 40 anni, proprio sotto il Municipio, diventando un punto di riferimento per generazioni di eporediesi. 

Il suo locale non era solo un luogo dove bere un caffè, ma un vero e proprio centro di aggregazione, un bar dove le storie si intrecciavano e le amicizie nascevano.

Perchè Gianni è stato molto più di un barista. Un uomo dai mille hobby, tra cui spiccava l’aeromodellismo che lo ha legato a tanti altri appassionati della zona, tra cui Giovanni e Alberto, che spesso con Gianni si intrattenevano per parlare e far crescere un’amicizia poi diventata profonda.

Tanti i ricordi di chi andava al bar ad ascoltare il Juke Box. Ai “capelloni” degli anni ‘70 che lì fecero nascere un gruppo di amici che poi partirono per andare in giro a suonare: i Moog. E ancora il gruppetto di “pensionati” composto da Anna, Corrado, Ruggero e Valter insieme a Sergia, che ogni mattina si ritrovavano puntuali alle 8 per il caffè e quattro chiacchiere.

Moltissimi anche i ricordi legati al Carnevale. Dai primi anni settanta, quando l’Asso di Picche in questo bar aveva la propria sede, ai Pifferi che spesso entravano nella sala grande per una pifferata fuori programma. E poi c’è quel legame con i ragazzi della Contea di Montenavale. Quella volta in cui Gianni vide il loro carro fermo con il timone rotto. Non esitò a uscire in strada, brandendo il trapano e lasciando il bar nel pieno del trambusto carnevalesco per consentire loro di proseguire. Da quella volta, ogni anno e per tanti anni, Paolo Arnoletti e tutti i suoi compagni aranceri, con grandissimo affetto, presero l’abitudine di passare al Bar Italia a fare festa con riconoscenza per un gesto piccolo, ma dal grande significato.

Infine gli aranceri della Morte, con Beppe Sado in testa, che in questo bar hanno passato tante Epifanie. 

Tante storie, insomma e come tutte le storie, anche queste resteranno nei ricordi di chi le ha vissute e di tutti quelli che le hanno sentite raccontare.

La verità è che la notizia della sua scomparsa ha lasciato un grande vuoto, come testimoniano le parole struggenti del figlio Giancarlo su Facebook. 

“Ciao papà - scrive - forse è troppo presto per scriverti, ma non credo di poterne fare a meno, almeno mi sembra. Per quasi cinquantacinque anni mi hai accompagnato, sorretto, aiutato e soprattutto lasciato libero. Mi hai insegnato a pensare da uomo libero e da uomo libero mi hai insegnato a rispettare la libertà altrui. Molto ancora avrei voluto imparare, ma il tempo non mi ha concesso di farlo. Mi conforta sapere che sarai con me e con tutti quelli cui hai voluto bene e che ne hanno voluto a te sempre. Grazie papà”.

Anche Elisabetta Ballurio, la nuora ha voluto condividere il suo dolore e il suo affetto, ricordando il suocero con parole cariche di emozione: “Mi avevi soprannominata ElisabETNA perché dicevi con aria compiaciuta e sorniona che ero un vulcano. Ci siamo piaciuti e capiti tanto. In te ho ritrovato l’Amore della famiglia e hai curato con il tuo affetto paterno tante mie ferite passate. Per Francesca e Marta siete i nonni Pitossi e ieri sono corse sgomente ad abbracciare la tua Bianca. Il tuo vuoto è e sarà incolmabile. Ti rivedrò nelle parole e nel sorriso del tuo Giancarlo, nella pacatezza del tuo Davide, nella voglia di vedere il mondo della tua Nicole. Nel loro immenso amore per un papà e un nonno speciale. Nei tanti tuoi amici che stanno soffrendo con loro. Perché era impossibile non affezionarsi a te. E ti sentirò e avrò nel mio cuore sempre. Grazie Gianni”.

La famiglia esprime un particolare ringraziamento alla dottoressa Cinzia Lucchini e a tutto il personale del reparto di neurologia dell’ospedale di Ivrea per l’umanità e la professionalità dimostrata.

I funerali avranno luogo in San Ulderico mercoledì 29 maggio alle 15. Il santo rosario è in programma, sempre in San Ulderico, martedì 28 alle 20:30.

La redazione de La Voce si unisce al dolore dei figli Alessandro e Giancarlo e delle rispettive famiglie: sincere condoglianze.

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