Cerca

Attualità

La sfida dell'8 Marzo: non comprate le mimose "in nero" dai venditori abusivi

E' l'appello che lancia l'Ascom Torino. Mentre a Roma si litiga per il grande corteo transfemminista promosso da "Non una di Meno"

La sfida dell'8 Marzo: non comprate le mimose "in nero" dai venditori abusivi

L'associazione Fiorai di Ascom Torino ha sollevato la questione della vendita abusiva dei fiori

L'8 Marzo, noto in tutto il mondo come la Giornata Internazionale della Donna, è arrivato e porta con sé una serie di tematiche e di eventi che riflettono le molteplici sfaccettature della lotta per l'uguaglianza di genere e i diritti delle donne.

Quest'anno, a Torino e a Roma, due questioni particolari emergono, dimostrando quanto sia complesso e variegato il panorama delle battaglie femministe e quanto sia importante mantenere un dialogo aperto e inclusivo.

A Torino, l'attenzione si focalizza sulla questione della legalità e della equità nel commercio, in particolare riguardo alla vendita di fiori in occasione della Festa della Donna.

L'Associazione Fiorai di Ascom, guidata da Cecilia Serafino, con Federfiori Confcommercio Torino e provincia ha sollevato preoccupazioni riguardo alla vendita abusiva di fiori, sottolineando come questo fenomeno costituisca una forma di concorrenza sleale che mina l'integrità e la sostenibilità dei commercianti legali.

In una lettera indirizzata al prefetto e alle autorità competenti, l'associazione chiede interventi efficaci per contrastare le vendite abusive, enfatizzando l'importanza di sostenere i negozi che rispettano le normative, pagano le tasse e offrono prodotti di qualità, contribuendo così alla creazione di un ambiente commerciale equo e professionale.

Selfie per l'8 Marzo

"L'abusivismo è un fenomeno che mina l'equità e la legalità del nostro lavoro - sottolinea Cecilia Serafino, presidente dell'Associazione Fiorai di Ascom Confcommercio Torino e provincia - creando una concorrenza sleale e mettendo in difficoltà i negozi che sostengono costi per l'attività, pagano onestamente le tasse e rispettano le normative. Come associazione ci impegniamo a difendere i valori di professionalità e qualità che ci contraddistinguono e nel giorno della Festa della Donna facciamo appello alla coscienza dei cittadini, affinché scelgano la grande competenza e il gusto dei nostri professionisti, sempre pronti a dare il consiglio giusto per un dono floreale. Grazie alla scelta di prodotti della filiera italiana i fiorai possono consigliare l'omaggio più adatto alla ricorrenza a prezzi competitivi".

Parallelamente, a Roma, la presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche, Noemi Di Segni, porta all'attenzione una questione di memoria e inclusione nel contesto delle manifestazioni organizzate per l'8 Marzo dal movimento transfemminista "Non una di Meno".

"Un corteo che esclude le israeliane, le donne ebree, un corteo schierato che dimentica le donne stuprate, uccise, deturpate il 7 ottobre".

La presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche, Noemi Di Segni, attacca il grande corteo transfemminista promosso da "Non una di Meno" e, come per il 25 novembre in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, è ancora scontro tra la Comunità ebraica e e le attiviste de movimento in vista della grande iniziativa per l'8 marzo.

Al centro della polemica il manifesto delle militanti transfemministe che, ancora una volta, in aperta solidarietà col popolo palestinese, reclamano "l'immediato cessate il fuoco su Gaza per fermare il genocidio, la fine dell'apartheid e dell'occupazione coloniale in Palestina" e condannano "il colonialismo e imperialismo nel mondo, dalla parte di chi resiste in Sudan, in Ucraina, in Congo, in Iran, in Rojava e ovunque".

Una piattaforma che sarà portata in piazza venerdì 8 marzo a Roma, Torino, Milano e Firenze, oltre a tante iniziative in altre città.

"Negare ciò che è accaduto alle donne israeliane il 7 marzo è antisemitismo", aggiunge Di Segni. E le donne israeliane oggetto della violenza insensata dell'attacco del 7 ottobre sono ricordate infatti dalla comunità in un sit a parte a Roma, proprio come avvenne il 25 novembre.

La ministra Roccella si schiera con la Comunità e lancia la sua proposta: il 7 ottobre diventi il giorno contro il femminicidio di massa per ricordare appunto le tante israeliane massacrate, sequestrate, violentate da Hamas.

"Non tutte le associazione sono dalla parte di Non una di meno e non tutte dimenticano la sorellanza", chiosa la ministra all'iniziativa della Comunità ebraica.

"Ignorate perché ebree israeliane. Non Una di Meno; Metoo; Telefono rosa; Differenza donna. Dove siete?" chiede una ragazza della Comunità ebraica che a Non una di meno dice: "Noi non manifestiamo contro un popolo, voi invece manifestate contro il patriarcato ma anche contro Israele e gli ebrei. Noi non giustifichiamo mai gli stupri e le torture, sono crimini contro l'umanità anche se compiuti contro di noi. Sono donne anche le ebree, le israeliane. Questa è la fine del femminismo italiano".

Una feroce polemica si scatena anche sui manifesti anti abortisti di Pro Vita e Famiglia. Mutuando il claim 'Non una di meno' l'associazione aggiunge 'ma per davvero, dalla parte di tutte le donne' accanto ad una donna incinta: il messaggio naturalmente è a favore delle nascite. "Vergogna", scrive in un tweet la coordinatrice della segreteria del Pd Marta Bonafoni. Replica Maria Rachele Ruiu, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus: "Diamo voce a tre diritti delle donne ignorati dalla propaganda ufficiale, il diritto di diventare madri senza rinunciare al lavoro e a uno stipendio dignitoso, il diritto di non abortire a causa di difficoltà socio-economiche, il diritto di nascere e non essere abortite. Rispediamo al mittente gli attacchi isterici del Partito Democratico".

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori