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ROMA. Sanità: sindacati, Ssn al collasso con emorragia medici

ROMA. Sanità: sindacati, Ssn al collasso con emorragia medici

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Il Servizio sanitario nazionale (Ssn) è "alla deriva", per "l'emorragia" di medici e addetti che si trova a dover fronteggiare e per i "continui tagli" che mettono ora a rischio anche la realizzazione dei nuovi Livelli essenziali di assistenza. Dopo l'allarme lanciato nei giorni scorsi dalla Fp-Cgil, che ha calcolato come in 7 anni il comparto Salute abbia perso ben 50mila addetti, i sindacati tornano 'all'attacco' e ribadiscono al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, la richiesta di un incontro urgente.

Nella sanità, aveva avvertito la Funzione Pubblica Cgil in un report realizzato sulla base dei dati del Conto annuale dello Stato, "è in corso una vera e propria emorragia di personale, quasi 50 mila lavoratori in meno dal 2009 a oggi". Inoltre, a causa del blocco del turn over, "l'età media nel sistema sanitario sfonda quota 50,1 anni e le proiezioni la collocano a 54,3 nel 2020". In particolare, si calcolano 40.364 lavoratori persi dal 2009 al 2015: circa 8.000 medici, 10.300 infermieri, 2.200 Operatori di assistenza e 20.000 lavoratori tecnici. Una situazione ormai insostenibile secondo i sindacati medici. Per questo, "bisogna tornare a investire nel Ssn, e dunque nel personale. Questa è l'unica via per dare credibilità al provvedimento che definisce i nuovi Lea; il ministro Lorenzin ci incontri", afferma la segretaria confederale della Cgil Rossana Dettori. I "continui tagli - denuncia - hanno colpito il cuore del Sistema Sanitario: sono migliaia gli operatori in meno, e le conseguenze sono un sovraccarico di lavoro e una riduzione dei servizi". Questa situazione di "sofferenza, nonostante l'impegno del personale, si riflette negativamente sui servizi offerti ai cittadini. Gli effetti più eclatanti - spiega - si riscontrano negli ospedali o nei pronto soccorso, come le cronache ci segnalano". Inoltre, "l'impoverimento dei servizi territoriali - avverte - si scarica sullo stesso ospedale e                 sul pronto soccorso in un corto circuito che va interrotto". E la "deriva della sanità regionalizzata non conosce freni né vincoli, con espedienti e opportunismi invece di salute", incalza anche il segretario nazionale del sindacato dei medici dirigenti Anaao-Assomed, Costantino Troise, evidenziando alcuni esempi da nord a sud. In Piemonte ad esempio, rileva, "un fantasioso commissario ha pensato di pagare le carriere degli infermieri con le risorse economiche rese disponibili dall'attività libero professionale dei medici. Alla faccia della legge che le ha destinate alla riduzione dei tempi di attesa dei cittadini", mentre in Basilicata "si continua a violare la direttiva Ue in materia di orario di lavoro, in attesa che la Corte Costituzionale trovi il tempo di discutere il ricorso promosso dal governo". Una sanità "sempre più a pezzi che - denuncia Troise - frantuma i diritti di cittadini e professionisti".

Parla di Ssn "al collasso" pure il Movimento 5 Stelle: "Ministro della Salute e governo cosa aspettano a stanziare le risorse necessarie? Con questo gioco perverso di mancati finanziamenti al pubblico e forte aumento dei cittadini che accedono alle cure viene svuotato di senso l'articolo 32 della Costituzione che sancisce il diritto alla salute. Un diritto che - conclude M5S - 'bypassa' gli obblighi di pareggio di bilancio".

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