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25 aprile. Quel che si sarebbe potuto dire a Lace – e non solo – se… (video)

Sono Mario Beiletti, Presidente dell’Anpi di Ivrea e del Basso Canavese. Di fronte alla tragedia in atto dobbiamo unirci tutti per il diritto universale alla vita.  La destra sovranista ha una precisa regia: preparare il terreno per il dopo, aspirando alla dittatura.  In questo momento, invece, ogni Associazione, Movimento, Partito dovrebbero parlare con una sola voce, essere espressione ferma, precisa, intransigente, unitaria, volta al benessere comune.  Considero indegno che nelle più sacre Aule della rappresentanza democratica si consumino vendette trasversali, vengano riesumati “pro domo loro” vecchi errori e nuove colpe, rallentando ogni tentativo di uscire dalla crisi. Così come indegna e colpevole è la burocrazia invisibile ed invadente che ha un solo obiettivo: perpetuare sé stessa non assumendosi mai il benché minimo rischio. In tanti anni la Scuola è stata depauperata, cancellata la Storia come materia, relegata l’Educazione civica a cenerentola. Il nostro passato è stato nascosto negli “armadi della vergogna”. La Costituzione nata dalla Resistenza resta in parte inattuata. La nostra Sanità è stata erosa negli anni a favore del privato. Migliaia di medici, infermieri, tecnici, posti letto, macchinari, ospedali cancellati, e di cui ora si avrebbe disperatamente bisogno. Piani di emergenza internazionali e nazionali mai completati, lasciati per pigrizia, incapacità, se non volontà politica, a prender polvere. Così si muore, per colpa di chi ha rimandato sine die il proprio dovere. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=6NAiekMV_IQ&feature=youtu.be[/embed] [embed]https://www.youtube.com/watch?v=hbPrxrV3iL4&feature=youtu.be[/embed] Il ritorno alla normalità” va preparato con cura, altrimenti torneranno a crescere e svilupparsi nuovi contagi, e l’onda di ritorno della pandemia s’abbatterà nuovamente su di noi. Gli scenari e gli argomenti che dovrebbero essere ben presenti in noi sono quelli di sempre, ma con un’attenzione centuplicata. Sono il problema gravissimo del lavoro. L’ambiente vilipeso e distrutto.  La finanza, che estende i suoi tentacoli sull’intera nostra esistenza. L’Europa, dove purtroppo prevalgono il libero mercato, la competizione ed il liberismo più ottuso. Il libero mercato spesso va chiamato col suo vero nome: speculazione. L’articolo 41della Costituzione afferma che l’attività economica privata è libera, ma “Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.”. Che ne è di questa enunciazione? Un pensiero va a chi oggi è dimenticato nelle carceri, in condizioni indegne di un Paese che ci rammenta, sempre nella Costituzione, articolo 27, che “le pene devono tendere alla rieducazione del condannato…”.  Per i dannati della terra, i migranti chiusi fra la Turchia e la Grecia, vittime della guerra, ostaggi degli egoismi internazionali, non vi è speranza. Lo stesso per chi è prigioniero nei lager libici o dell’indifferenza dei tanti campi profughi palestinesi, asiatici, o cacciato nelle foreste amazzoniche… Provo invece sincero rispetto, e riconoscenza, per i tanti che si prodigano per il bene di noi tutti, dai medici agli infermieri, agli operatori e volontari. Un paese non dovrebbe aver bisogno di eroi, ammoniva Brecht, ma vi sono circostanze in cui, per colpevole insipienza dei governanti, essi si rendono necessari, e li dobbiamo ringraziare e celebrare, essi sì, nuovi Partigiani e martiri. Grazie anche al corpo resistente della Scuola, che si è adeguata a nuove soluzioni per mantenere il rapporto con gli alunni. Che sarà del dopo coronavirus? O questo Governo saprà trovare la forza e le idee per andare oltre il traballante esistente, oppure non potremo nemmeno immaginare quale ne sarà il destino. Europa compresa.  L’esempio dell’Ungheria è lo scenario che potrebbe proiettarsi anche in Italia, dove già le destre scalpitano. Rischiamo di perdere le libertà che la nostra indifferenza di decenni ha lasciato erodere. Non può essere soltanto l’Anpi a ricordare il passato (che molto ha da insegnarci) e difendere le conquiste democratiche. Occorre, lo abbiamo ripetuto più volte, che ciascuno di noi, ogni Associazione, Movimento, Partito, si unisca in un patto che abbia al centro pochi ma essenziali punti programmatici. Questi argomenti vanno affrontati subito, senza preclusioni ideologiche, e con uno spirito molto concreto. Resistere al male significa progettare un futuro migliore. Così fecero i nostri Partigiani, così fanno i medici, gli operatori, i volontari… Questa è la nuova Resistenza all’inciviltà, al coronavirus, per i diritti costituzionali e civili, la cultura, i valori della Resistenza e della vita Buon 25 Aprile ! Un augurio che vorrei estendere a tutti, ripreso dal ricordo dell’indimenticabile “Terribile”, il nostro Presidente Partigiano, quando salutava alzando con spirito indomito il bicchiere dicendo “Che non sia mai l’ultimo”. Un ottimismo che mi è difficile provare, ma che recupero dai nostri Partigiani e vi regalo. Ché, anzi, ci spinga a rinserrarci, nel nome dell’antifascismo e della Costituzione. Viva la Resistenza, viva la Costituzione, viva il 25 Aprile Festa della Liberazione! Mario Beiletti
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