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La Fiera di Sant’Orso torna a illuminare Aosta con oltre mille artigiani e una tradizione che dura da dieci secoli

Dal 30 al 31 gennaio 2026 il Capoluogo valdostano riapre le sue vie alla veillà, ai banchi del legno, ai racconti del borgo e alla nuova veste grafica firmata Arsenale e Roveyaz

La Fiera di Sant’Orso

La Fiera di Sant’Orso

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Aosta si prepara a vivere uno degli appuntamenti più antichi e identitari del suo calendario culturale: la Fiera di Sant’Orso, in programma nella notte tra 30 e 31 gennaio 2026. Una tradizione che accompagna la storia della città da oltre dieci secoli, attraversando epoche, famiglie e generazioni fino a diventare ciò che oggi rappresenta: un rito collettivo capace di trasformare il centro storico in un teatro vivissimo di luci, suoni e manualità.

Il 2025 è stato un anno speciale per Aosta, che ha celebrato i suoi 2050 anni. Il compleanno è coinciso con il Solstizio d’Inverno, quando il sole, come volle Augusto al momento della fondazione, sorge perfettamente allineato all’antico Cardo Maximus, oggi via Croce di Città. Per metà di questa lunghissima storia, la Fiera ha accompagnato i giorni più freddi dell’anno: il 30 e 31 gennaio, quando l’artigianato valdostano incontra residenti e visitatori in un percorso che intreccia creatività, paesaggio alpino e memoria popolare.

Tra i protagonisti della tradizione emerge Orso di Aosta, figura avvolta in una biografia frammentaria. Raffigurato con un uccellino e un bastone pastorale, sarebbe stato un eremita irlandese vissuto tra IV e V secolo, presbitero della Chiesa di San Pietro, oggi collegiata dei Santi Pietro e Orso. Una tradizione lo vuole intento, nei giorni più gelidi di fine gennaio, a fabbricare sabot in legno da donare ai poveri in difficoltà. Proprio da questa necessità — quella di costruire con le proprie mani ciò che serve a sopravvivere all’inverno — potrebbe nascere il legame tra il Santo e l’artigianato valdostano.

Ogni anno, più di mille artigiani provenienti da tutta la Valle d’Aosta si danno appuntamento tra le vie del centro per esporre creazioni uniche. Molti hanno iniziato da bambini, intagliando il legno mentre pascolavano le mucche. Altri hanno appreso l’arte in famiglia o frequentando corsi dedicati. Alcuni hanno trasformato un hobby in un mestiere, altri hanno seguito un percorso di studi tradizionale. Dietro ogni oggetto c’è un volto, una storia, una passione che si tramanda. Il legno resta il materiale principe, ma non mancano lavori in pietra, ferro battuto, rame, cuoio, tessuti, pizzi e fibre naturali. Opere sfaccettate, irripetibili, proprio come le biografie di chi le crea.

A Est del centro storico, il borgo di Sant’Orso, incastonato tra la Porta Pretoria e l’Arco di Augusto, resta il cuore simbolico della manifestazione. Dominato da uno dei campanili romanici più imponenti dell’arco alpino, custodisce tesori medievali come gli affreschi ottoniani del sottotetto e i capitelli istoriati del chiostro. Qui convivono testimonianze del Rinascimento aostano e la Basilica Paleocristiana di San Lorenzo, riemersa negli anni Settanta su un’antica area cimiteriale romana.

L’edizione 2026 si presenta con una nuova veste grafica firmata Studio Arsenale di Davide Bongiovanni, illustrata da Annie Roveyaz. Il manifesto, pensato per essere osservato con attenzione, racconta attraverso colori e dettagli la veillà d’antan, le lunghe sere d’inverno trascorse insieme tra lavoro, vicinanza, calore e attesa. Una narrazione visiva che restituisce l’essenza più autentica della Foire de Saint-Ours: un evento che vive di voci, suoni, relazioni, artigianato e sapori.

Il programma dell’edizione 2026 conferma gli appuntamenti più attesi. La Fiera di Sant’Orso si svolgerà tra venerdì 30 e sabato 31 gennaio 2026, lungo le vie pedonali del centro, dove gli artigiani esporranno opere all’aperto. La Veillà, dalle 19 del 30 gennaio, animerà la città con cori, piccoli spettacoli folkloristici, vin chaud, brodo caldo e, in alcuni casi, l’apertura delle tradizionali crotte, cantine dove i residenti ospitano momenti conviviali e degustazioni.

L’Atelier des Métiers, in piazza Chanoux, aprirà dal 29 gennaio al 1° febbraio 2026 con orari variabili tra le 8 e le 19, accogliendo le opere degli artigiani professionisti: mobili, sculture, complementi d’arredo, suppellettili, tessuti e pezzi unici creati con materiali della tradizione. Parallelamente, il padiglione enogastronomico in piazza Plouves, anch’esso aperto dal 29 gennaio al 1° febbraio, proporrà le specialità agroalimentari della Valle d’Aosta: formaggi, carni, salumi, mieli, marmellate, prodotti da forno, vini e liquori.

Un evento che attraversa la storia e continua a custodirla, rinnovando ogni anno un legame profondo tra la città, il suo passato e le mani di chi, ancora oggi, costruisce tradizione.

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