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Tutti alla ricerca del Bosco Incantato. Ecco dove si trova la magia che accende il Natale

Ogni anno, quando le luci iniziano a tremare nei paesi del Canavese e l’aria profuma di legna e attesa, c’è una domanda che rimbalza di casa in casa: “Ma dov’è il Bosco Incantato?” È la stessa domanda che si fanno i bambini con gli occhi spalancati e gli adulti che, almeno per una sera, vogliono tornare a credere nei sogni.

Tutti alla ricerca del Bosco Incantato. Ecco dove si trova la magia che accende il Natale

Tutti alla ricerca del Bosco Incantato. Ecco dove si trova la magia che accende il Natale

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C’è un luogo, tra le colline silenziose di Prascorsano, che non aspetta il Natale per brillare: lo fa da sé, come se avesse un respiro proprio. Un respiro fatto di luce, di attese, di passi lenti sul selciato umido e di profumi che sanno di legno, di fumo dolce e di fiabe antiche. È il Bosco Incantato della Borgata Tetti. Ogni inverno torna a vivere, portando con sé la magia di un sogno nato tanto tempo fa, quando un bambino guardava gli alberi con occhi pieni di meraviglia. Quel bambino era Alessandro Boldini.

Da piccolo immaginava elfi tra le radici, gnomi appoggiati ai tronchi, casette segrete abitate da personaggi che solo lui riusciva a vedere. Un gioco dell’infanzia, direbbe qualcuno. E invece quel gioco, oggi, è diventato un luogo reale. Concreto. Condiviso. Una di quelle magie che resistono al tempo perché qualcuno ha avuto il coraggio di custodirle. E così Alessandro, diventato adulto, non solo ha trasformato quel sogno in un percorso illuminato, ma ha trovato persone disposte a camminare con lui: amici, volontari, intere famiglie che da mesi lavorano insieme, ogni settimana, ogni sera, ogni momento possibile. È nato così il progetto dell’Associazione Clorofilla, fondata nel 2024 da Alessandro e da Sara Perri, una promessa di cura, bellezza e comunità. Quest'anno il Consiglio Regionale del Piemonte ha contribuito a sostenere tutta la durata dell'iniziativa.

Lo scorso anno più di mille persone hanno attraversato il Bosco Incantato. Mille volti che si sono illuminati davanti alle luci sospese, mille sorrisi esplosi davanti alla casetta degli elfi, mille bambini increduli di fronte all’arrivo improvviso del Grinch. Sì, proprio lui: apparso tra gli alberi come un complice dispettoso del Natale, pronto a scappare via tra le risate, lasciando alle sue spalle una scia di stupore. Chissà se quest’anno deciderà di tornare? È una domanda che aleggia tra le fronde, quasi fosse un segreto custodito dal vento.

Per scoprirlo, basta andare là, l’8 dicembre, tra le 16 e le 19, quando il Bosco Incantato riaprirà i suoi sentieri. Ci sarà la casetta di Babbo Natale, pronta ad accogliere chi porta una letterina stretta tra le mani; ci sarà il viale degli Antichi Mestieri, dove fabbri, pastori, raccoglitrici e artigiani daranno nuova vita a gesti che profumano di storia e di radici. Ogni figura, ogni voce, ogni dettaglio racconterà un pezzo di questo territorio, trasformando la passeggiata in un viaggio nel tempo.

E poi, naturalmente, ci sarà il calore del punto ristoro: la Pro Loco di Prascorsano, il food truck di Gianni Giacoletto, la panetteria Demartini. Profumi che sanno di casa, di festa, di infanzia. Un ristoro che non scalda solo lo stomaco, ma il cuore.

L’organizzazione sarà attenta anche ai dettagli pratici: dalle 15.30 sarà attivo un servizio navetta gratuito in partenza da Prascorsano e Rivara, mentre la viabilità attorno all’ingresso della borgata verrà modificata momentaneamente, con un senso unico e un divieto di sosta pensati per garantire sicurezza e ordine. Chi preferisce arrivare a piedi potrà scegliere uno dei due percorsi panoramici che collegano il paese al bosco: strade immerse nella natura, capaci di trasformare il tragitto in un anticipo della magia che attende.

Ma la bellezza non durerà solo un giorno. Fino al 6 gennaio, ogni sera dalle 17.30 alle 21.30, il Bosco Incantato continuerà a splendere. Ci sarà tutto il tempo per tornare, per perdersi tra le luci, per riascoltare il silenzio del bosco che, d’inverno, sembra una preghiera sussurrata. Quest’anno, inoltre, una nuova opera arricchirà il percorso: la scacchiera artistica realizzata da Silvio e Kinka Edimilson Brito de Araujo. Un’opera suggestiva che verrà inaugurata con una partita simbolica e un brindisi collettivo: un gesto semplice, ma potentissimo, che racconta lo spirito di questa iniziativa. Qui nessuno è spettatore: tutti diventano parte della storia.

Perché il Bosco Incantato non è un’attrazione. È un messaggio. È la prova vivente che i sogni dell’infanzia non vanno persi: restano lì, in attesa del momento in cui qualcuno decide di realizzarli. È un luogo dove le storie raccontate dagli anziani – quelle degli elfi che abitavano tra i castagni, dei folletti dispettosi, del bosco che parlava a chi sapeva ascoltare – ritornano a vivere, questa volta illuminate da luci che sembrano stelle scese sulla terra.

È un cammino che tiene insieme nonni e nipoti, genitori e bambini, visitatori e abitanti. È un invito a fermarsi, a respirare, a tornare a guardare il mondo con l’entusiasmo che si aveva a sei anni, quando tutto era possibile e ogni sentiero era un’avventura.

E forse, in fondo, questo è il vero regalo del Natale: ricordarci che la meraviglia non appartiene al passato. È qui, adesso. Dipende da come scegliamo di guardare ciò che abbiamo davanti. Nel Bosco Incantato, più che altrove, si impara una cosa semplice e preziosa: che la luce più forte non è quella che illumina gli alberi, ma quella che accende il cuore di chi sa ancora lasciarsi sorprendere.

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