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Tre culture, un solo dialogo: Ivrea festeggia Moldavia, Romania e Cina

Danza, musica e tradizioni al Movicentro per la quinta edizione dell’iniziativa “Il dialogo delle comunità”: uno spazio aperto a integrazione, identità e partecipazione

Tre culture, un solo dialogo: Ivrea festeggia Moldavia, Romania e Cina

Tre culture, un solo dialogo: Ivrea festeggia Moldavia, Romania e Cina

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Ci sono giornate che raccontano più di tanti discorsi. Domenica 30 novembre, allo ZAC! di Ivrea, la quinta edizione dell’evento culturale moldavo-romeno-cinese ha riportato al centro della scena ciò che spesso la politica dimentica: la forza delle persone, delle storie e delle culture che convivono ogni giorno nella stessa città. Un appuntamento ormai riconosciuto, collocato nell’ambito dell’iniziativa “Il dialogo delle comunità”, che quest’anno ha richiamato famiglie, giovani, curiosi e rappresentanti delle tre diverse tradizioni coinvolte.

Il pomeriggio si è aperto alle 14.30 con un’esplosione di energia: i balli tradizionali moldavi e romeni, eseguiti dal Gruppo Vatra sotto la direzione di Iurie Raileanu, hanno subito riempito la sala di ritmo e vitalità. Abiti ricamati, passi antichi tramandati da generazioni e musiche che raccontano la vita rurale, il lavoro, la festa: un pezzo di Moldavia e Romania è tornato a vivere in pieno centro a Ivrea.

A seguire, uno dei momenti più attesi: la musica tradizionale cinese, con brani strumentali eseguiti dai membri dell’Associazione Forze delle Donne. Strumenti tipici, sonorità sospese e melodie che evocano paesaggi lontani hanno regalato al pubblico un’atmosfera di grande suggestione, mettendo in dialogo sensibilità e tradizioni profondamente diverse da quelle europee.

Il pomeriggio ha proseguito con un secondo momento musicale affidato ai fratelli Cirdei, a Giorgio Cristian Hrisca, a Iuliana Maria Malasincu e a Delia Gabriela Puiu: una sequenza di brani dal vivo che ha unito voce e strumenti, intrecciando storie personali e passione artistica.

Una delle attrazioni più originali della giornata è stata la mostra di bambole in costume tradizionale romeno, realizzate da Rodica Sofron. Non semplici oggetti decorativi, ma piccole testimonianze di identità culturale: ogni bambola indossa un abito realizzato secondo la tradizione del proprio distretto, con colori, ricami e simboli specifici. Un modo delicato e immediato per raccontare la ricchezza del patrimonio romeno, anche ai visitatori più giovani.

A moderare l’intero evento è stato Eduard Coroama, che ha guidato i diversi passaggi del programma introducendo artisti, ospiti e momenti culturali, aiutando il pubblico a coglierne il valore sociale oltre che artistico.

L’ingresso libero ha favorito una grande partecipazione, composta non solo dalle comunità moldava, romena e cinese del territorio, ma anche da tanti cittadini eporediesi curiosi di scoprire tradizioni lontane e avvicinarsi a culture che vivono ogni giorno accanto alle nostre.

In un’epoca in cui le parole “integrazione” e “convivenza” vengono spesso svuotate di senso, appuntamenti come questo dimostrano che il dialogo non nasce nei convegni ma nei luoghi condivisi: negli incontri, nelle danze, nelle musiche che uniscono, negli applausi che cancellano distanze.

Al Movicentro, per un pomeriggio, Ivrea ha assomigliato a ciò che potrebbe essere ogni giorno: una città aperta, plurale, viva. Una città capace di ascoltare.

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