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Cinema
27 Luglio 2025 - 01:55
Harrison Ford è il volto per eccellenza di Indiana Jones
Harrison Ford ha lasciato il cappello e la frusta nel 2023, con Indiana Jones e il quadrante del destino, chiudendo un’epopea che ha fatto la storia del cinema d’avventura. Eppure, a Hollywood i finali non sono mai davvero definitivi. A meno di due anni da quell’addio, si parla già di reboot della saga, e i primi nomi per il nuovo Indiana Jones iniziano a circolare con insistenza.
Tra i candidati più chiacchierati ci sono Chris Evans, volto iconico della Marvel per il ruolo di Capitan America, e Glen Powell, stella emergente che ha brillato in Top Gun: Maverick. Due profili diversi, ma entrambi ben inseriti nel circuito delle grandi produzioni americane. Evans ha una fanbase consolidata e una fama che garantirebbe un sicuro ritorno commerciale. Powell, più giovane e fresco, rappresenterebbe invece l’occasione per dare una nuova impronta al personaggio, mantenendo intatta l’ironia e lo spirito avventuroso che hanno reso Indy una leggenda.
Nel frattempo, per tenere vivo il mito, Italia 1 ha riportato in prima serata proprio ieri I predatori dell’Arca Perduta, capostipite della saga uscito nel 1981, firmato da Steven Spielberg e George Lucas. È il film che ha definito un genere, modellando l’immaginario di più generazioni e rendendo Indiana Jones e Harrison Ford un binomio inscindibile.
Ed è qui che la macchina del reboot si inceppa. Per molti fan, un Indiana Jones senza Ford non è più Indiana Jones. Sui social, le reazioni sono già dure, con accuse agli Studios di voler cavalcare la nostalgia senza offrire nulla di autentico. Un’operazione di riciclo più che un rilancio creativo, secondo i detrattori. Il film non è ancora in produzione, ma il solo annuncio di un possibile passaggio di testimone ha acceso il dibattito.
Per gli Studios sarà una scommessa ad altissimo rischio. Dopo cinque film, il volto di Ford è diventato parte integrante dell’identità di Indy, un marchio emotivo e visivo ormai incancellabile. Sostituirlo significherebbe riscrivere la storia, con la consapevolezza che il pubblico potrebbe non perdonare.
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