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Il cardinal Repole in visita al Rifugio “Massi” di Oulx: il centro che accoglie i migranti della rotta alpina

A pochi chilometri dal confine francese, la struttura nata nel 2018 offre ogni giorno accoglienza temporanea a decine di persone in transito. Durante la visita, il cardinale ha incontrato volontari e migranti.

Il cardinal Repole in visita al Rifugio “Massi” di Oulx: il centro che accoglie i migranti della rotta alpina

Sabato 6 dicembre il cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino, ha visitato il Rifugio Fraternità “Massi” di Oulx (TO), un centro di accoglienza situato in Alta Valle di Susa, a pochi chilometri dal confine francese del Monginevro. La struttura, nata nel 2018 all’interno di un ex edificio salesiano, è oggi uno dei principali punti di sosta per i migranti che tentano l’attraversamento alpino verso la Francia.

Il rifugio si trova in un tratto strategico, al confine fra l’Italia e la Francia, lungo una tratta molto battuta dai migranti, in un punto montano in cui, troppo spesso, le gelide notti invernali hanno fatto vittime.

Il Rifugio "Massi" è gestito dalla Fondazione Talità Kum Budrola ETS, presieduta da don Luigi Chiampo, sacerdote della diocesi di Susa. Il centro è aperto 24 ore su 24 e offre accoglienza a chi si trova in transito: un pasto caldo, docce, posti letto, colazione, vestiario, assistenza legale e sanitaria, ma soprattutto il Rifugio "Massi" è un luogo di ascolto e accoglienza. 

In media, la struttura ospita un centinaio di persone al giorno; donne, uomini e bambini che percorrono la rotta alpina. Il rifugio opera in rete con associazioni locali, istituzioni e volontari ed è uno dei pilastri del progetto Migralp, che coordina gli interventi umanitari sulla frontiera italo-francese.

Così, in una fredda mattina di dicembre, il cardinal Repole è stato accolto da don Luigi Chiampo per visitare i locali, incontrare i volontari, il personale e i migranti stessi.

Durante il sopralluogo ha visitato i dormitori, la cucina e gli spazi comuni ma soprattutto ha incontrato sguardi, occhi che difficilmente si dimenticano: “Quando incrociamo i loro occhi capiamo che c’è un bisogno di cura, di umanità - ha affermato Repole - .Si può vivere secondo l’istinto oppure si può vivere veramente da uomini, riscoprendo l’umanità e sapendo che quel volto sta chiedendo aiuto. È giusto porre luce su questa realtà non soltanto perché ci ricorda chi siamo, ma anche perché ci aiuta a ricordare che per vivere civilmente c’è bisogno della gratuità dei tanti volontari che prestano il loro servizio. Sono felice di aver visitato un luogo di umanità e generosità”.

Il Rifugio Fraternità "Massi" di Oulx 

Don Chiampo ha illustrato al cardinale la situazione organizzativa, ricordando che la gestione del centro richiede un impegno costante in termini di sicurezza, assistenza e coordinamento dei flussi, che negli ultimi anni sono aumentati.

Dal punto di vista economico, il rifugio ha sostenuto tra i 700 e gli 800 mila euro di costi complessivi in otto anni.
Nel biennio 2022–2023 la struttura ha beneficiato di fondi del Ministero dell’Interno legati a progetti europei, terminati a fine 2023. Oggi è in corso un dialogo con la Città Metropolitana di Torino per attivare nuove forme di sostegno.
Nel frattempo, le risorse arrivano soprattutto dalla diocesi di Susa, dalla Fondazione Magnetto e da donatori privati.

Lo stesso cardinal Repole, al termine della visita, ha richiamato l’attenzione sull’importanza degli aiuti: “Il rifugio ha bisogno di sostegno, questo è evidente. Sono venuto qui anche per dire a tutti gli uomini e le donne di buona volontà che questo è un luogo per esprimere qualcosa della nostra generosità e della nostra umanità”.

Un aiuto che può arrivare sia tramite finanziamenti, sia con le donazioni di vestiario sia attraverso la volontà di unirsi al gruppo di volontari.

Il Rifugio Massi, nato come risposta emergenziale nel 2018, è oggi un punto stabile nella geografia umanitaria della Valle di Susa. La visita del cardinale punta anche a rafforzare la consapevolezza pubblica su una realtà che, ogni giorno, gestisce la parte più fragile e meno visibile della mobilità che attraversa le Alpi.

"Questo rifugio è un luogo di speranza- ha commentato il cardinal Repole - e la speranza fa vivere”.

Dettaglio di un dormitorio 

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