La crisi energetica rischia di mettere in ginocchio le imprese della filiera della salute e di portare all'interruzione delle forniture di farmaci e dispositivi negli ospedali e nella comunità. A lanciare l'allarme sono state Farmindustria, Egualia, Assoram, Adf, Federfarma Servizi, Federfarma, Assofarm e Fifo, che sollecitano misure urgenti a tutela del settore. In particolare, Farmindustria, Egualia, Assoram, Adf, Federfarma Servizi, Federfarma, Assofarm chiedono, in una nota congiunta, che la filiera del farmaco "sia considerata, come avvenuto durante la pandemia, comparto essenziale al quale assicurare continuità e sostenibilità della fornitura di gas, energia elettrica e carburanti per il trasporto, assumendo l'adozione di misure in tal senso tra le priorità dell'agenda politica e di governo". Questo per continuare a "garantire le cure ai cittadini, evitando rischi di carenza di terapie in Italia e all'estero", ma anche per assicurare la sostenibilità delle stesse imprese, messe a rischio sopravvivenza dal "rincaro esorbitante dell'energia del 600% rispetto a un anno fa". L'aumento dei costi si sta abbattendo anche sulle aziende della Distribuzione del farmaco. Lo scenario, sostengono, "in assenza di concrete misure di contrasto e sostegno, mette seriamente a rischio già dalle prossime settimane la prosecuzione dell'attività". Anche la Fifo (Federazione Italiana Fornitori Ospedalieri) chiede tutele e, in una propria nota, richiama l'attenzione sulle regole del paypack. L'attuale normativa in vigore dal 2015, spiega, "è stata aggravata dal Governo uscente con il Decreto Aiuti bis. Tale sistema, ancora inattuato, ha l'obiettivo di contenere la spesa pubblica del Ssn obbligando le imprese fornitrici di Dispositivi Medici a rimborsare il 50% della spesa effettuata per il loro acquisto in eccesso dalle Regioni". Pur ritenendo "corretto il fine ultimo del contenimento della spesa pubblica", la Fifo considera "ingiusto e assolutamente vessatorio il provvedimento del payback", che "penalizza fortemente i produttori e distributori di dispositivi medici". Solo per il quinquennio 2015-2020, fa sapere, "qualora si rendesse attuativo il payback, con le integrazioni volute dal Decreto Aiuti bis, le aziende dovrebbero restituire in media somme pari a metà del proprio fatturato annuo (circa 3.6 miliardi di euro in totale)". A lanciare l'allarme anche l'Aiop, l'Associazione italiana ospedalità privata. "Il caro energia sta travolgendo il sistema produttivo e dei servizi del Paese e, in particolare, la sanità. Chiediamo, che la definizione degli strumenti necessari per affrontare questo problema diventi una priorità assoluta nell'agenda politica. Le bollette, in molti casi, sono aumentate anche del 400%. In una situazione di questo genere, si rischia davvero di trovarsi costretti a limitare servizi e prestazioni di cura", afferma il presidente Barbara Cittadini.
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