Un capriolo di nome Bambi.
Tutti noi conosciamo Bambi, la favola di Bambi nota soprattutto per il cartone animato di Walt Disney. Leggere il libro che ha ispirato il film, credetemi ne vale la pena. La storia scritta da Felix Salten nel 1923 ha quasi un secolo ma la parabola del capriolo che nel bosco impara le leggi della vita è talmente semplice da non aver bisogno di aggiornamenti. Per un bambino è la scoperta della natura, degli animali nel rapporto con l’uomo, della violenza e dell’amore. La formazione di Bambi passa per la perdita della madre e attraverso la scoperta della pericolosità dell’uomo, che gli animali del bosco chiamano Lui. Ma nel libro è soprattutto la natura ad essere protagonista. Insomma un grande classico dell’infanzia. Nel libro scopriamo che Bambi appartiene alla famiglia dei cervidi, ma che quello creato da Salten era nello specifico un capriolo vissuto in un bosco dell’Austria, mentre nelle mani di Disney, nel film del 1942, diventerà un cervo della Virginia, con corna molto più grandi e scenografiche, più adatte alla resa sullo schermo. E che il libro non era percepito solo in modo bucolico, visto che i nazisti lo misero al rogo nel 1936, considerandolo un’allegoria della persecuzione degli ebrei in Europa.
Questo libro era in realtà all’inizio rivolto al mondo degli adulti, e riflette l’atmosfera causata dal crescente e aggressivo antisemitismo tedesco. I nazisti bandirono nel 1935 il libro Bambi, una vita nei boschi, scritto da Felix Salten, ebreo di origine ungherese, perché ritenuto propaganda ebraica, cioè un’allegoria politica sul trattamento degli ebrei, i nazisti avevano intuito qual era il significato metaforico della storia. Nel libro, i sentimenti espressi dagli animali simboleggiano quelli umani, che Salten mette quasi sullo stesso piano. L’autore è forse memore della norma ebraica che recita di non cucinare il capretto nel latte della madre, e di affermazioni come quella del profeta Isaia del lupo che dimorerà con l’agnello, dove la metafora è evidente con la morte della madre di Bambi è uno dei momenti critici e più commoventi della storia. I cacciatori, che hanno ucciso la madre, uccideranno altri animali e nessuno si sentirà mai al sicuro. Bambi potrà sopravvivere grazie all’intervento di un maestoso cervo che rivela di essere suo padre. Un altro momento tragico è l’incendio del bosco, in cui tutti sono in pericolo: è possibile che Salten abbia intuito la direzione che avrebbero preso gli eventi con il diffondersi dell’antisemitismo in Europa.
Questi venti oggi caratterizzano la nascita e lo sviluppo di estremismo e populismo oggi e che non devono essere sottovalutati per le conseguenze tragiche che potrebbero avere. Il testo usato per la produzione di Bambi fu profondamente modificato ed edulcorato rispetto all’originale bandito dai nazisti, per farne una versione adatta al pubblico giovanile cui era diretto.
Il senso della storia nella forma originaria avrebbe avuto un impatto negativo sui giovani, perché avrebbe fatto capire che alla fine Bambi e tutti gli altri animali selvatici nella foresta sarebbero stati uccisi dai cacciatori. L’uso di animali che esprimono sentimenti umani è uno strumento facile per creare empatia e per superare i preconcetti e i pregiudizi negativi sugli ebrei e sulle minoranza da parte di molti lettori: così per Salten fu possibile parlare della persecuzione degli ebrei, senza essere didattico, e incoraggiare il lettore a sentire più empatia verso i gruppi oppressi e avere spirito critico verso i loro oppressori. “Anche molti altri scrittori, come George Orwell, hanno scelto gli animali per esprimere determinate idee perché si possono affrontare più liberamente problemi che potrebbero irritare i lettori. Non si vuole che inorridiscano, ma che alla fine dicano: questa è una tragedia”, dice Zimes sottolineando che la nuova traduzione tenta anche di rendere in inglese per la prima volta il modo in cui parlano alcuni personaggi del romanzo di Salten. Quando parlano in tedesco, hanno uno stile viennese, ed è quindi facile riconoscere che non stanno parlando come parlano gli animali, ma che sono esseri umani. Al contrario, la traduzione inglese, pubblicata nel 1928, ha un tono e una forma antropomorfica: la versione proposta per il film doveva rispondere agli interessi di Disney che amava le storie di animali da salvare, cosa che avrebbe catturato l’interesse dei bambini e non solo. Il destino di Felix Salten non fu diverso da quello del suo Bambi: quando la Germania annette l’Austria nel 1938, Salten riesce a fuggire in Svizzera. A quel punto, aveva venduto i diritti cinematografici per soli mille dollari a un regista americano, che poi li avrebbe venduti a Disney. Salten stesso non guadagnò mai un centesimo dall’animazione della storia. Privato dai nazisti della cittadinanza austriaca, trascorre i suoi ultimi anni solitario e disperato a Zurigo, dove muore nel 1945. Il film intanto era stato realizzato e presentato nel 1942 e vincerà diversi Oscar. Ritengo che raccontare una storia servendosi di metafore può aiutare la crescita non solo dei bambini, ma dell’uomo in generale. Nei testi biblici, ma anche in quelli di Esopo, Fedro e La Fontaine, ogni persona può trovare una risorsa cui ispirarsi.
Favria, 13.05.2022 Giorgio Cortese
Buona giornata. Sono dell’opinione che posso ricavare qualcosa di positivo in tutte le circostanze. Felice venerdì.