“L’esito del referendum costituzionale non significa che si torna automaticamente al passato”: lo ha affermato il vicepresidente del Piemonte, Aldo Reschigna, intervenuto oggi a Palazzo Lascaris a un seminario sull’applicazione della legge regionale di riordino delle province.
“Quella legge – ha spiegato Reschigna – è intervenuta, in seguito al provvedimento nazionale di Delrio, in una situazione in cui da tempo le Province vivevano momenti molto difficili.
Penso che la scelta delle aree vaste e della gestione associata delle funzioni fosse una risposta a quella crisi e mantenga pienamente la sua utilità anche dopo la consultazione referendaria”.
“Rimarranno dunque le Province – ha aggiunto – ma l’area vasta permetterà anche la costituzione di strutture tecnico-professionali in grado di migliorare l’esercizio delle funzioni. In questi giorni abbiamo definito di concerto con le Province un testo di convenzione per la gestione associata delle attività estrattive, della caccia e della pesca, e contiamo di concludere l’iter entro l’anno. E stiamo procedendo anche con la Provincia del Vco alla definizione di una convenzione”.
Dopo il referendum, ha aggiunto Reschigna, restano però aperte alcune questioni sostanziali da definire con il Governo. “Innanzitutto – ha rimarcato – il tema delle risorse, che restano in Costituzione e non possono permettersi di vivere l’emergenza finanziaria che hanno vissuto ormai da troppo tempo”. Resta poi aperto il tema delle funzioni, là dove sono state gestite centralmente in modo confuso, come nel caso dei centri per l’impiego e delle politiche attive sul lavoro, o sulla viabilità”.
Sul tema delle risorse e delle funzioni quindi, per Reschigna, “è necessario un supplemento di discussione che deve vedere protagonista il livello centrale, per competenze costituzionali e per responsabilità legislative e finanziarie”.