Un gattino che potrebbe essere stato ucciso, un altro che è scomparso senza lasciare tracce: è di questo mistero che si sta occupando il tribunale di Torino in un processo, ripreso oggi, a carico di un uomo residente in un paese della provincia. La vicenda si inserisce nel quadro di un rapporto non sereno tra due famiglie vicine di casa. L’imputato è stato chiamato a rispondere di maltrattamento di animale. Ma nonostante la testimonianza dei proprietari, che sostengono di averlo visto proprio mentre commetteva il delitto, il corpicino non è mai stato trovato. L’episodio contestato, preceduto da una lunga premessa di litigi, insulti e dispetti, risale al luglio del 2018. L’imputato, difeso dall’avvocato Stefano Tizzani, non solo proclama di essere innocente, ma di avere sfamato i due gattini quando, durante uno dei consueti lunghi periodi di assenza dei proprietari, erano entrati nel suo cortile. Di tenore opposto il racconto dei denuncianti, parte civile con l’avvocato Gian Maria Mosca, secondo i quali l’uomo infilò il gattino in un sacco dell’immondizia che poi sbatté violentemente sul selciato. A condurre il processo è il presidente della sesta sezione, Modestino Villani, che per risolvere il caso ha fatto svolgere numerosi testimoni. La sentenza è prevista nelle prossime settimane.

AULA DEL TRIBUNALE