– Mercato dell’auto positivo, in Europa, nel primo semestre dell’anno. Nei 28 Paesi dell’Unione e in quelli dell’Efta (Islanda, Norvegia, Svizzera), le immatricolazioni – secondo i dati diffusi da Acea – sono state 8.695.785, il 2,8% in più rispetto ai primi sei mesi del 2017.
Una crescita modesta ma diffusa, capace di assorbire la ‘demonizzazione’ dei diesel, in calo del 17%. Tra i cinque ‘major market’ vola la Spagna (+10,1%); bene Francia (+4,7%) e Germania (+2,9%), l’Inghilterra (-6,3%) si assesta dopo il record toccato nel 2016. Cala l’Italia (-1,4%), tra i peggiori mercati nel mese di giugno (-7,3%), che in Europa ha chiuso in aumento del 5,1%.
Segno negativo (-2,1) per Fca che si conferma al quarto posto tra i costruttori – alle spalle di Volkswagen, Psa e Renault – nonostante la flessione di giugno (-2,6%). Sostanzialmente stabile la quota, che nella prima metà dell’anno è del 6,9% (nello stesso periodo 2017 era del 7,2%) grazie soprattutto alle ottime performance di Jeep (+67,6% nel semestre, addirittura +72,1% a giugno) e Alfa Romeo (+8,8% nel semestre). Bene 500 e Panda, che dominano le vendite tra le city car, Renegade è tra le auto più vendute del suo segmento, come 500L e 500X, continuano a ben figurare in Europa Compass, Stelvio e Giulia.
“Il mercato europeo dell’auto gode di buona salute e sta assorbendo senza eccessivi contraccolpi gli effetti della messa in stato d’accusa del diesel anche per interessi diversi da quelli dell’ecologia”, commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor. “Gli automobilisti si stanno rivelando più saggi dei governanti nazionali e locali – aggiunge – e gestiscono la pretesa ‘emergenza diesel’ con saggezza”.
“L’Italia chiude il semestre rallentando rispetto allo scorso anno. Le evitabili anticipazioni sulle decisioni che potrebbero essere prese in tema di mobilità, alimentano una generalizzata incertezza che finisce per avere riflessi anche sulla velocità di rinnovamento del parco circolante”, osserva Romano Valente, direttore generale dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere. “Il cambiamento è implicito ma va accompagnato attraverso una transizione gestita. Nel dialogo con i decisori, nazionali e locali, è importante far comprendere la necessaria coesistenza tra sostenibilità ambientale e economica, nonché la tutela dei posti di lavoro di quanti sono coinvolti nelle trasformazioni in atto”
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