Al via l’assemblea di Intesa Sanpaolo, nel grattacielo sede della banca a Torino. Gli azionisti dovranno deliberare sul nuovo Statuto che introduce il nuovo sistema monistico e segna l’addio al duale. All’assemblea – ha detto il presidente del consiglio di sorveglianza Giovanni Bazoli – il 58,78% del capitale sociale ordinario.
Bazoli ha ricordato la composizione dell’azionariato di Intesa Sanpaolo: la Compagnia di San Paolo con il 9,34%, BlackRock con il 4,89%, la Fondazione Cariplo con il 4,83%, la Fondazione Cr Padova e Rovigo con il 3,3%, l’Ente Cr Firenze con il 2,6%, la Norges Bank con il 2,5%.
“Nessuna regola, nessuna disposizione statutaria basterà da sola a garantire il successo del sistema monistico. L’esito dipenderà soprattutto dal livello professionale e dall’integrità morale degli amministratori che saranno scelti”. Lo ha affermato Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, durante l’assemblea.
“A distanza di nove anni dalla fusione siamo qui per proporvi di approvare un’altra scelta imboccando una strada sin qui del tutto inesplorata in Italia, quella del sistema monistico”. Così Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, agli azionisti convocati per deliberare sul nuovo statuto sociale.
“Il sistema dualistico, adottato nel 2007, ha funzionato complessivamente bene garantendo l’efficacia dei controlli in modo ottimale ma anche l’efficienza della gestione della banca”, ha detto Bazoli che ha ricordato la complessità dell’integrazione tra Sanpaolo Imi e Banca intesa. Bazoli ha spiegato le ragioni che hanno portato alla necessità di superare il sistema duale: “una catena decisionale lunga e non sempre lineare, alcune asimmetrie informative tra gli organi, una eccessiva lontananza della funzione di gestione rispetto a quella di controllo e supervisione strategica, l’indebolimento del ruolo del consiglio di gestione un po’ compresso tra il ceo e il consiglio di sorveglianza”.