Erano in centinaia nella parrocchia del Santo Volto, alla periferia di Torino, a dare l’addio a Beatrice ‘Bea’ Naso, la bimba di otto anni morta, mercoledì scorso, per una patologia rarissima contro la quale ogni cura si è rivelata inefficace.
Grandissima commozione e affetto per il padre Alessandro, per la zia Sara, animatrice su Facebook della community ‘Il mondo di Bea’ la onlus “dedicata a tutti i bambini malati” che ha raccolto 300 mila adesioni.
Sulla bara bianca coperta di rose chiare, un quadro con la foto incorniciata di Bea e della mamma Stefania, morta l’estate scorsa per un tumore. Nella chiesa ragazzi vestiti da personaggi dei cartoni animati, tanti peluche, simboli di una fanciullezza spezzata da un male imbattibile.
Bea era stata ribattezzata ‘la bimba di pietra’, per rendere l’idea degli effetti della malattia che ne ha trasformato il corpo in una specie di armatura rigida. “Ma, per favore, non chiamatela più così”, ha chiesto il padre. Semplicemente ‘Bea’.
Amici, conoscenti, compagni di scuola, insegnanti, medici ma anche tante persone che non conoscevano la famiglia, colpiti e commossi dalla breve esistenza della piccola Bea, affrontata con coraggio e voglia di vivere, si sono stretti attorno al padre Alessandro, alla zia Sara e agli altri famigliari.
C’era anche la sindaca di Torino, Chiara Appendino, che ha partecipato al lungo e commovente rito funebre.
“Quel che conta – ha detto don Mauro Giorda, parroco del Santo Volto – è che non sia di pietra il nostro cuore. Beatrice con il suo, colmo d’amore, ci ha illuminato”.
Ai funerali è stato letto il messaggio dell’arcivescovo di Torino messaggio mons. Cesare Nosiglia: “Questo lutto colpisce tutti. La breve esistenza di Bea, la sua storia travagliata hanno suscitato, a Torino e in tutto il mondo, solidarietà e attenzione; hanno provocato tanta gente a pregare, e a compiere gesti concreti di carità. Questi sono segni di quella ‘tenerezza di Dio’ che ci accompagna sempre, nella sofferenza come nella gioia e nel ritrovarci fratelli”.
All’uscita della chiesa, dopo il lungo e straziante abbraccio del padre alla piccola bara con la sua ‘Bea’, sono stati liberati in aria decine di palloncini colorati, un lancio verso il cielo sottolineato dagli applausi.
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