Raffaele Toniolo, per tanti anni atleta azzurro di judo e poi dirigente della nazionale italiana, cresciuto nella palestra Akiyama, ha scritto una lettera per salutare il settimese Valerio Turchetto, recentemente scomparso a causa di complicazioni provocate dal coronavirus.
Ciao Valerio, il messaggio che Davide mi ha scritto il 21 aprile è stato quello che non avrei mai voluto leggere. Abbiamo passato tantissimi momenti belli insieme che rimarranno impressi nella nostra mente. A cominciare dal judo: chi si dimentica il tuo modo di tifare per i tuoi atleti, quelli dell’Akiyama. C’eri sempre a tifare per noi e a supportarci in tutte le gare. Ricordi la finale di Coppa Italia 1991, io, Massimo e Pierangelo ci eravamo qualificati e tu, guidando la nostra Opel Kadet, ci hai accompagnato fino a Ostia? Partiti venerdì pomeriggio e rientrati sabato notte dopo la gara. Che tirate! Al ritorno sempre tu alla guida anche tra le nebbie e le gallerie fino a Settimo. All’andata sul Grande raccordo Anulare di Roma sei stato abile ad evitare un’auto che cambiando corsia rischiava di investirci. E cosa dire di tutte le cene in palestra a tirare tardi con te che non ti risparmiavi a cantare con noi il repertorio anni Settanta. Anni indimenticabili che hanno dato solide fondamenta a quella che oggi è la più grande realtà judoistica italiana. Ricordi il 31 dicembre 1990 a festeggiare l’ultimo dell’anno in un ristorante assieme a circa 100 persone dell’Akiyama e assieme agli amici dello Skorpion? Ricordi quando io e Massimo faticavamo a tenerti fermo sul letto disteso in occasione di un tuo ricovero in ospedale? Tu fermo non ci volevi stare e nemmeno gli infermieri riuscivano ad arginare la tua energia. Ho dovuto anche urlarti contro di brutto per convincerti a non toglierti la flebo. Ti ricorderai certamente quando, con la stessa Opel Kadet, siamo andati in Liguria a trovare Davide, io ti accompagnato ad un patto e tu quel patto lo hai rispettato.
Ti ho rivisto con estremo piacere a ottobre 2016 perché non hai voluto mancare alla festa di compleanno di Fabio Basile con l’intervento di Malagò. Dopo la festa, ti ho chiesto di venire in birreria e abbiamo passato due ore splendide assieme a Davide e altri miei vecchi allievi e tuoi beniamini.
Mi sarebbe piaciuto rivederti ma purtroppo questo virus ti ha portato via prima. Però sono sicuro che in tutti i Palazzetti del mondo dove andrò, guardando sugli spalti, riuscirò a vedere i tuoi capelli lunghi e il tuo sorriso che mi farà capire che tu tiferai sempre per noi, per l’Akiyama. Ciao Valerio.