Tra scissioni, micro scissioni, battaglie in giunta e sui giornali, il Partito Democratico di Settimo, qualcosa come 400 iscritti o giù di lì, si appresta a vivere, con passione, slancio, orgoglioso senso di appartenenza, sguardo rivolto al futuro e senso critico, il prossimo congresso cittadino per l’elezione del nuovo segretario…. E per la cronaca si voterà domenica 22 ottobre, salvo ripensamenti dell’ultimo minuto. Un fatto, non da poco, considerando quel che è successo negli ultimi mesi, con Renzi, Orlando ed Emiliano e prima ancora con Renzi, Bersani, Pisapia e D’Alema, con Articolo Uno e con il referendum costituzionale.
Un dibattito continuo tra quel che era, quel che è, e quel che sarà il partito di domani, con un un’unica cartolina, senza francobollo, a raccontare il paesaggio e “tanti saluti, baci e abbracci” dalla Toscana.
Un dibattito tutto interno, tra chi sta con il “capo” e chi lo guarda “guardingo”. Tra chi si sente “rottamatore” e chi si fida dei consigli di gente con più esperienza.
Tutto questo un po’ ovunque in Italia, tranne a Settimo. Una città strana sotto tutti i punti di vista. Almeno da qualche tempo a questa parte, da quando cioè è cominciato il nuovo corso e le redini, grazie ad una mezza dozzina di fuoriusciti, le hanno prese in mano i giovani. Incuranti del risultato del 30 aprile scorso, con 1349 persone ai banchetti pronte a dare il proprio sostegno a Renzi per il 72,9, lasciando le briciole a Orlando (22,7%) e a Michele Emiliano (4,4%), stanno per andare votare il nuovo segretario cittadino individuato in maniera unitaria.
Si dirà: “Sarà un renziano!”. Sbagliato. Si è, infatti, già deciso, in perfetta discontinuità con quel che pensano i simpatizzanti, di confermare Chiara Gaiola. E Gaiola, per chi non lo sapesse, insieme a Daniele Volpatto, Davide Turchetto e Elena Piastra rappresentano proprio quella parte del partito che è minoranza, schiacciata come una noce dal voto dell’ultimo congresso.
Diciamo che sarebbe un bene dirlo a tutti gli iscritti, magari con una lettera?
Diciamoglielo pure, ma saran parole al vento, non foss’altro che stando ai tam tam, si preferirà una linea che punta tutto sulla “trasversalità”.
E le ideologie?
E quella cosa per cui si può anche morire? Quella cosa per cui se dici nero, io dico bianco e se è rosso per te, per me può anche essere rosa… Tutto cancellato. Per le nuove leve che avanzano son quisquiglie. Si sta qua, là, sotto, sopra, lì, lassù, come e quando ci pare e piace. Vince Bersani, tutti con Bersani. Vince Renzi, tutti con Renzi. C’è un problema Gaiola? Non si sa che cosa farle fare? E diamole la segreteria!
E dire che di renziani settimesi, con qualche pelo in più, per dare a Cesare quel che è di Cesare e a Renzi un segretario cittadino fidato, ce ne sarebbero pure. Alla fine della fiera, Caterina Greco e Antonello Ghisaura, i due massimi esponenti della corrente maggioritaria, tutto sarebbero fuorché dei “due di picche”, quando a briscola si gioca a quadri. Ecco ci vorrebbe una spiegazione ben data.
Vorremmo sapere che cosa frulla loro in testa o in che cosa sono così intensamente affaccendati da non aver tempo per la segreteria…