Una lettera alla Regione Piemonte e al Ministero dell’Istruzione per denunciare le difficoltà del polo scolastico di Scarmagno dove, a causa di un personale sotto organico, le insegnanti sono costrette a rinunciare a delle ore di programmazione per garantire le ore mensa e così il tempo pieno.
E’ questa la conclusione a cui sono giunti i sindaci dell’Unione Collinare Piccolo Anfiteatro Morenico Canavesano insieme alla dirigenza scolastica e ai rappresentanti di classe, dopo le proteste delle ultime settimane tra i genitori preoccupati del taglio di un pomeriggio in più a partire dal prossimo settembre.
“Noi non ci stiamo” aveva sottolineato Claudia Bocca, mamma e consigliere di minoranza a Perosa e nell’Unione. La rabbia era salita anche perché la notizia era stata diramata attraverso whatsapp, senza comunicazioni ufficiali da parte della dirigenza generando anche un quiproquo. La dirigente Daniela Vaio, infatti, nell’incontro convocato due lunedì fa nella sede di Strambino, ha finalmente spiegato, più chiaramente, come stanno le cose.
Il problema riguarderebbe non tutte le classi, come faceva temere quella comunicazione rimbalzata da un telefonino all’altro, ma la classe prima sia di Scarmagno che di Strambino.
La soluzione tampone, per quest’anno, potrebbe venire dai comuni che pagherebbero la copertura delle ore di mensa e post e di sollecitare, intanto, gli enti superiori a rafforzare l’organico.
I sindaci hanno garantito che forniranno la conferma a breve.
Per quanto riguarda le altre, dalla seconda alla quinta, le insegnanti avrebbero già dato la loro disponibilità ad utilizzare le proprie ore per garantire il tempo pieno.
Come avvenuto per l’anno scolastico appena concluso, è possibile che la copertura avvenga o con lo smistamento dei bambini in altre classi o con la presenza di un insegnante, recuperando delle ore.