Prima si era candidato alle primarie del Partito Democratico, poi, dopo la sconfitta contro Giulia Guazzora aveva deciso di fare un passo indietro.
Poi, in piena estate, il ripensamento: “Mi candido, lo faccio per il partito”.
Perfetto, a quel punto tutto il centrosinistra si sarebbe aspettato di vedere un Rastelli, pancia a terra, a lavoro per recuperare voti e preferenze per la sua coalizione.
E, invece, in questo mese di campagna elettorale Luca Rastelli non si è praticamente mai visto. Assente alla presentazione delle liste, assente al dibattito tra candidati, assente a tutte le iniziative del partito tanto da non comparire in praticamente nessuna foto. Il segretario del Pd sanmaurese, Dario D’Ignoti, aveva già impacchettato la lista prima dell’estate, senza Rastelli.
Poi, dopo il ripensamento di Rastelli, lo ha messo in lista, come capolista, quello che avrebbe dovuto trainare la squadre del Partito Democratico.
Ma, domanda, come fa il capolista a trainare la sua squadra se non si vede mai?
Qualcuno dice che Rastelli stia facendo campagna da solo, per sè stesso. Sul tema, in ogni caso, tutto resta molto opaco.
Anche perché se Rastelli aveva deciso di non candidarsi perché costringerlo a farlo, metterlo come capolista per poi non vederlo mai da nessuna parte?
Nel prossimo fine settimana, durante lo spoglio delle schede, vedremo se la tattica della “sparizione” adottata da Rastelli porterà qualche frutto a lui e alla sua coalizione.