Il 20% della Tares non è stata incassata. Sui 2milioni e 900 mila euro attesi dalla tassa rifiuti, ne sono arrivati nelle casse comunali almeno 550mila in meno: quasi un quinto del totale. Un dato preoccupante, un dato significativo, un dato allarmante. Più che altro perché, si sa, i sanmauresi non sono certo degli evasori cronici. Più volte, anche di recente, hanno tolto le castagne dal fuoco all’amministrazione, grazie alla loro puntualità nel pagamento delle tasse e dei tributi.
E allora, questa volta cos’è successo? È successo che la Tares ha messo davvero in crisi molti contribuenti. Manco a dirlo, la maggior parte dei soldi non incassati provengono dalle utenze non domestiche: piccole e medie aziende, esercizi commerciali. Che difficilmente possono essere tacciati come evasori: nella maggior parte dei casi, il mancato pagamento è dovuto a un importo della Tares assurdamente alto, abbinato alla profonda difficoltà economica del momento.
Nessun pericolo per la tenuta del bilancio: il rendiconto di gestione 2013 è stato approvato nel consiglio comunale di lunedì, i conti sono al sicuro (c’è pure un disavanzo di 192mila euro, la maggior parte dei quali però sarà vincolata e impossibile da utilizzare). Ma quel 20% in meno di incasso deve far riflettere l’amministrazione, e non può passare inosservato.
Soprattutto alla luce del fatto che le entrate tributarie (quelle, cioè, derivanti dalle tasse) rappresentano più dei 2/3 delle entrate totali: si parla di 12milioni e 300 mila euro su un totale di 18 milioni. Mettere i sanmauresi nelle condizioni di non riuscire più a pagare sarebbe come darsi la zappa sui piedi da soli.
Gilardi (5 Stelle): abbassiamo Imu e Irpef, i cittadini non ce la fanno più a pagare
La Tares, che quest’anno diventa Tari (ma poco cambia), rappresenta il 30% degli introiti tributari. L’incasso più alto, per il Comune, deriva dall’Imu: la tassa sulla casa incide per il 43%. Il restante 23% deriva dall’Irpef.
È alla luce di questi dati che il consigliere del Movimento 5 Stelle, Giacomo Gilardi, propone una soluzione per alleggerire la pressione fiscale. Il punto di partenza è che la Tari (la tassa rifiuti) non può essere modificata, in quanto deve coprire l’intero piano finanziario sanmaurese riguardante la raccolta rifiuti. “Se non si può toccare la Tari, auspico che si faccia il possibile per agire sulle altre due tasse, Imu e Irpef, su cui il comune di San Mauro applica aliquote alte (l’Irpef è al massimo, così come l’Imu sulle seconde case). Il ragionamento – spiega Gilardi – è: se la gente non è riuscita a pagare la tassa rifiuti, evidentemente è sottoposta ad una pressione fiscale eccessivamente alta. Facciamo qualcosa per diminuirla! Anche perché non ha senso basare un bilancio su entrate che poi non si concretizzano”.
E le coperture finanziarie? Dove potrebbero essere trovate? “Mi rendo conto che sia complicato, ma sono certo che se c’è una volontà politica forte, tutto è possibile. Lo scorso anno, per esempio, sono stati risparmiati 100mila euro attraverso una spending review interna” spiega il consigliere pentastellato.
Insomma, un invito ad andare incontro ai cittadini sanmauresi. I quali, più che evasori, sono massacrati all’inverosimile. E guai a non ascoltare i campanelli d’allarme.