“Avete preso un abbaglio: le mie parole sono state mal interpretate. Eppure non era difficile capire il senso del mio discorso. Io non ho mai detto che il sindaco non dovesse mandare via Lucrezia Colurcio per un debito nei confronti di suo padre. È nelle sue facoltà sfiduciare un assessore. Quello che discuto sono le modalità: a livello umano non ci si comporta così, tanto più se la persona che decidi di mandare via in malomodo è la stessa che ha contribuito con i suoi voti a farti eleggere, e il cui padre è stato fondamentale per la tua candidatura a sindaco”.
Il giorno dopo le polemiche, Rocco Del Sonno interviene nel dibattito che lo ha coinvolto in prima persona. E lo fa per mettere i puntini sulle i, per evitare che il suo pensiero venga travisato. Cosa che a suo dire è stata fatta proprio dal nostro giornale.
“Le frasi che avete riportato le ho pronunciate, non le rinnego di certo. Dallolio è lì anche per merito di Sante Colurcio: questo è un dato di fatto – prosegue il consigliere del Partito Democratico -. In consiglio comunale io ho però espresso il mio profondo rammarico per la gestione umana della vicenda, del tutto irrispettosa nei confronti di Lucrezia Colurcio. E, a mio modo di vedere, anche di suo padre”.
Ma cos’ha fatto infuriare particolarmente l’ex capogruppo Pd? “Forse nessuno l’ha mai raccontato, ma la Colurcio è stata cacciata in pieno agosto, mentre si trovava in vacanza, e per giunta attraverso una mezza telefonata ricevuta dagli uffici. Lei, con Ugo Dallolio, non ha proprio parlato. Mi sembra evidente che al sindaco sia mancato il coraggio per affrontare la vicenda. Queste modalità sono del tutto inaccettabili”.
Parole al veleno non sono state rivolte solo nei confronti del sindaco Ugo Dallolio (“non hai più la mia fiducia” ha dichiarato Del Sonno in consiglio comunale) ma anche del neo vicesindaco Grazia Gilardi. “Ribadisco il mio profondo rammarico per il fatto che Gilardi abbia accettato l’incarico offertole dal sindaco, appena due giorni dopo la riunione in cui il partito aveva chiesto di non accogliere eventuali richieste, o di farlo solamente a titolo personale. Una persona di tale esperienza come Grazia Gilardi non avrebbe dovuto prestarsi ai giochetti del sindaco”.
Dallolio non ha più la fiducia a parole, però nei fatti non è stato mandato a casa. “Il Pd ha fatto una scelta di grande responsabilità – spiega il consigliere -, decidendo di non mandare tutto allo sfascio ma di gestire i grossi problemi che ci sono da risolvere da qui alla fine del mandato. Detto questo, il rapporto di fiducia con il sindaco è venuto meno: valuteremo punto per punto, caso per caso, come votare sui singoli argomenti da lui portati in consiglio comunale”.
C’è chi dice che non abbiate fatto cadere la giunta solo perché non avevate i numeri… “Se avessimo avuto quell’intenzione, l’avremmo fatto senza grossi problemi. Non nego che ci abbiamo pensato, ma poi il senso di responsabilità ha prevalso su tutto il resto”.