Slitta ancora l’ampliamento dello svincolo autostradale lungo la A5 che unisce Torino ad Aosta, al casello di San Giorgio. L’opera, dal valore di 11 milioni di euro, è già finanziata, appaltata ed è pronta a partire subito. A bloccare il cantiere, però, ormai da diverso tempo, sono le lungaggini della giustizia, in seguito ad un ricorso al Tar presentato da due ditte che hanno partecipato al bando, senza vincerlo, la Tra.ma. Srl e la Verardi. Il Tribunale di recente ha concesso un’ulteriore proroga per eseguire accertamenti sull’affidamento dei lavori da parte dell’Ativa alla Iter e alla Preve Costruzioni e verificare l’idoneità delle offerte arrivate. Questo significa che l’inizio lavori slitta di altri mesi e il nuovo svincolo non vedrà la luce prima del 2016. Un ritardo colossale che si considera che l’opera è necessarie per mettere ad onor del mondo quel tratto di autostrada su cui transita ogni giorno circa diciottomila veicoli. Il tratto, la cui costruzione risale agli anni Sessanta, è rimasto uno dei pochi pericolosi in tutta Italia, in quanto le auto in uscita dalle diverse direzioni si incrociano sulla stessa corsia, causando pertanto il rischio quotidiano di incidenti. Il progetto prevede quindi la messa in sicurezza attraverso la realizzazione di una nuova barriera, aumentando le corsie, dalle odierne quattro a sei. Ma non è tutto: a mettere i bastoni tra le ruote, oltre alla proroga del Tar, ci sono alcuni ritrovamenti di resti di abitazioni e di monete, reperti archeologici di origine romana, emersi durante gli scavi, su cui ha posto l’attenzione la Sovrintendenza ai Beni Culturali.
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