La protesta del Sindaco di Salerano Elio Ottino, sui rischi idrogeologici del progetto di Ativa, ha ottenuto un primo risultato. L’azienda si è impegnata alla redazione di ulteriori studi, prima di procedere e alla progettazione definitiva e all’esecuzione dei lavori di sopraelevazione del tratto autostradale, da Pavone Canavese fino a Borgofranco di Ivrea. Studi che riguardino l’impatto su tutto Nodo Idraulico, e non relativi soltanto alla messa in sicurezza del rilevato autostradale, con un investimento da trecento milioni di euro, in modo da garantirne l’apertura anche in caso di alluvione (unica condizione che Ativa ha messo sul piatto per ottenere, dalla Regione, la proroga trentennale della concessione autostradale, in virtù dell’articolo 5 dello Sblocca Italia che però si scontra con le normative europee, come ha più volte sottolineato Legambiente). L’impegno è stato assunto nel corso di un incontro che si è svolto a fine marzo, presso il salone polifunzionale di Salerano.
“E’ stato un incontro positivo, costruttivo, ma non definitivo” sottolinea Ottino. Al tavolo erano erano presenti tutte le istituzioni, dall’Autorità di Bacino, all’Aipo, alla Regione e alla Città Metropolitana, compresi i Sindaci del territorio interessato, Strambino, Perosa, Banchette, Pavone, Ivrea, Fiorano, Vestignè, Lessolo, Montalto. Si è parlato della necessità di manutenzione del rio Ribes, sul quale ricade il compito di contenere eventuali piene, di adeguamenti infrastrutturali che sono ancora in itinere, nonostante gli accordi presi in seguito all’ultima alluvione del 2000 e la prescrizioni dettate dal Piano per l’assetto idrogeologico (Pai), dal rimodellamento ai lavori di pulizia. Sono stati approfonditi vari aspetti che vanno dall’impatto ambiente alla fragilità idrogeologica, ma non sono state prese decisioni definitive.
“Ci incontreremo tra Sindaci – anticipa Ottino – per andare ad identificare degli obiettivi precisi da raggiungere. E’ chiaro che per noi l’aspetto ambientale va salvaguardato. L’aspetto manutentivo anche. Noi chiediamo certezze, perché i comuni non possono assumersi questo altro fardello, non hanno risorse economiche e tecniche ma devono fare di tutto per garantire la sicurezza del territorio e dei suoi abitanti, ragion per cui abbiamo richiesto ad Ativa ulteriori studi”.