Apoteosi VII Rugby. Un anno dopo averla sfiorata, la compagine Seniores conquista con ampio merito la Serie A, scrivendo una pagina memorabile della storia del club. Lo scenario è quello di Catania, dove la tradizione rugbystica si inchina alla determinazione dei ragazzi di Andre Bester, incappati in una sconfitta ininfluente – maturata nelle battute conclusive – dopo la roboante vittoria nel match di andata di due settimane fa. Come spesso avvenuto in stagione, il VII Rugby ha costruito la promozione nel fortino di casa che tornerà a gustarsi la Serie A a trent’anni di distanza dall’ultima volta.
Alla vigilia circolava un detto: che alla parola “Settimo” mancasse una vocale, la prima dell’alfabeto. Nell’assolata e ventosa domenica del “Paolone”, la vocale è arrivata: grande, forte, sofferta. La Serie A in via Cascina Nuova ora è una dolce musica suona ininterrotta dal tardo pomeriggio. Il XV di Bester, che saluta e vola in Francia nel Super 14 lasciando in eredità una squadra più completa e matura, ha avuto la forza morale di resistere all’assalto dell’Amatori Catania. Un primo tempo in sofferenza: due mete subite e il magico piede di Small che non è stato tale. La polvere, il pubblico, Catania che carica a testa bassa. Sul 14-0 il primo sussulto: meta di maul e si riaccende la speranza. Small non trasforma (non è giornata) ma tanto basta a minare le certezze di un Catania che stava diventando pericoloso. Nella ripresa i gialloblù fanno valere la loro maggior freschezza, l’Amatori paga lo sforzo dei primi 45’; Murgia e Montaldo siglano le mete del sorpasso. Sul 14-15 i ragazzi di Bester iniziano il countdown verso il sogno, il tempo per registrare la meta di Catania che regala ai blasonati etnei il 21-15 finale. Poi, è solo gioia gialloblù. Il più illustre dei catanesi del mondo ovale, Andrea Lo Cicero, l’aveva coniata alcuni anni fa. Il rugby è la “poesia del sacrificio”: una battaglia di ottanta minuti in mezzo alla polvere, sotto il sole, con avversari agguerriti che aspettano una tua mossa falsa per infilarti, farti soffrire. E quando alla poesia di un ovale che passa di mano in mano e cambia padrone di continuo tu hai la forza di aggiungere il sacrificio, quegli ottanta minuti di battaglia si trasformano nel più suiblime dei paradisi.