La riapertura della laguna di Venezia alle Grandi navi, dopo l’intervento del Tar, e il futuro del relitto della Norman Atlantic che ripropone lo spettro dell’inquinamento della Concordia; ma anche la soluzione di problemi storici come quello dell’Ilva o l’attesa svolta con l’introduzione dei reati ambientali nel codice penale, ritenuta necessaria e ulteriormente sollecitata dopo le prescrizioni arrivate nel processo Eternit. Sono solo alcune delle questioni aperte sul fronte ambientale che governo e parlamento dovranno affrontare nel nuovo anno.
L’inserimento dei delitti ambientali nel codice penale, con una fattispecie di reato ad hoc, è all’ordine del giorno delle commissioni competenti di Palazzo Madama: il testo unificato, già approvato da Montecitorio, giace lì da quasi un anno (dal 26 febbraio 2014); un’accelerazione sembrava fosse arrivata a novembre sotto la spinta dei cittadini di Casale Monferrato in seguito alla decisione della Cassazione nel processo Eternit di annullare le accuse per prescrizione. Cosa che con gli eco-reati invece – è opinione diffusa – avrebbe potuto avere altro esito.
La stessa cosa riguarda la discarica di Bussi a Pescara.
La Norman Atlantic, il traghetto portato a Brindisi, preoccupa per l’ambiente e la possibilità che il relitto incendiato possa produrre inquinamento, tanto che il sindaco della città pugliese chiede di decidere subito che fine farà il traghetto e che a Brindisi può essere ospitato per non più di due mesi, allontanando così lo spetto di un’altra Isola del Giglio; i problemi sono legati soprattutto al fatto che Brindisi è un’area di interesse nazionale e che c’è un problema di sicurezza per la presenza di stabilimenti industriali.
Anche quest’anno si ricomincia con un nuovo decreto salva-Ilva e per la riqualificazione dell’area di Taranto: un provvedimento, il primo del 2014, in Gazzetta ufficiale che aspetta il passaggio in Parlamento, portandosi dietro molti interrogativi che ruotano tutti intorno al binomio salute e lavoro. Così come per la Tirreno Power, la centrale di Vado Ligure, che attende la nuova Aia (Autorizzazione integrata ambientale) per ‘rientrare’ in esercizio.
Nei giorni scorsi c’è stato poi il sequestro dell’oleodotto Fiumicino-Civitavecchia, che richiama anche la questione più ampia del via libera alle trivelle contenuto nello Sblocca Italia specie nel canale di Sicilia, dove già si sono fatte sentire le proteste degli ambientalisti. E ancora, tavoli aperti riguardano lo smaltimento e la fine della Concordia a Genova, i rifiuti in Campania, quelli in Sicilia, l’avvio del ‘nuovo’ Sistri, l’infrazione Ue sulle discariche che condanna l’Italia al pagamento di multe salate. C’è il capitolo bonifiche, a cominciare dall’eternit a Casale Monferrato, passando per Bagnoli, Trieste, Taranto, Marghera e Priolo a Siracusa, soltanto per citare alcuni casi esemplari.
Con il nuovo anno sono attesi i risultati dei primi passi sul rischio idrogeologico fatti dalla task force di Palazzo Chigi, l’unità di missione contro il dissesto del suolo guidata da Erasmo D’Angelis, e dovrebbe essere approvata anche la legge per ‘frenare’ il consumo del suolo. Ancora, la questione delle rinnovabili, che ha agitato le imprese della green economy per l’assenza di regole chiare, dovrebbe esser sistematizzata dopo il decreto che ha tagliato le bollette di piccole e medie imprese e lo ‘spalma-incentivi’; infine serve una soluzione alternativa al transito delle Grandi navi a San Marco.