Solo una Asl su tre rinuncia all’arma della comunicazione per fare prevenzione, anche se al Centro-Sud solo 1 su 3 ha portato a termine qualche iniziativa in questo campo. Il messaggio viaggia però ancora troppo spesso su carta, con depliant e locandine, quasi mai sul web (utilizzato insieme ai video solo nel 6% dei casi), e nel 44,8% dei casi non ci si rivolge a un target specifico di pubblico, rischiando di perdere efficacia. In 9 casi su 10 il tono informativo è preferito all’ “appello alla paura”. La corretta alimentazione e’ il tema più gettonato (33,9% delle campagne), mentre Hiv, alcol, fumo e attività fisica si attestano ciascuna intorno al 14%. E’ un’attività intensa ma ancora da affinare quella che Asl e Ospedali svolgono per fare prevenzione e promuovere corretti stili di vita. Il quadro emerge dall’analisi del Laboratorio Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere)”Comunicazione e promozione della salute”, condotta con la collaborazione scientifica del Coris dell’Università “La Sapienza” di Roma e presentata oggi a Milano. Un’indagine alla quale ha partecipato un campione di 16 Aziende sanitarie. “La ricerca dimostra che c’è ancora molto da lavorare per utilizzare al meglio gli strumenti, anche tecnologici, che la comunicazione offre oggi a sostegno di queste attività. Ed è questo l’obiettivo che si prefigge il Laboratorio Fiaso che da anni è impegnato su questo terreno”spiega il Presidente Fiaso, Francesco Ripa di Meana. “La promozione di salute e prevenzione e le buone pratiche in ambito sanitario sono sicuramente un aspetto importante del nostro sistema”, dichiara l’assessore lombardo al Bilancio, Massimo Garavaglia. “Una sanità efficiente, infatti – conclude – ha un impatto anche nella nostra economia collettiva”.
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