Il Pd osserva con compiacimento le divisioni nel centrodestra nella scelta dei candidati sindaci: spaccature che possono aiutare i candidati Pd ad arrivare al ballottaggio, come a Roma, o addirittura a sperare in una vittoria al primo turno, per esempio a Torino. C’è invece consapevolezza che la sfida di Milano sarà da affrontare con una strategia diversa vista l’unità del centrodestra, mentre per Napoli c’è un certo pessimismo sull’intenzione di Antonio Bassolino di ricucire, il che renderebbe la corsa di Valeria Valente in salita anche per arrivare al ballottaggio.
Oggi sono arrivate da Torino e Roma due notizie “positive” per il Pd, date le divisioni del centrodestra. Nella prima la Lega appoggerà il notaio Alberto Morano, in alternativa all’azzurro Osvaldo Napoli e a Roma scenderà in campo anche Giorgia Meloni, sostenuta da Salvini. Nella capitale l’elettore di centrodestra si troverà davanti i nomi di Meloni, Bertolaso, Storace e per certi versi anche Alvaro Marchini. In casa Dem si pensa che la frammentazione del centrodestra potrebbe aiutare Virginia Raggi Di M5s, che già pesca in quell’area: in nome di una sorta di voto utile qualche elettore di centrodestra potrebbe votare direttamente lei spigendola al ballottaggio, dove però arriverebbe anche il Dem Roberto Giachetti, al quale Stefano Fassina o Ignazio Marino potrebbe togliere 3-5 punti.
Diverso il caso in cui Bertolaso rinunciasse: anzi un eventuale scontro al femminile Raggi-Meloni preoccupa sul piano mediatico il Pd. Anche perchè i candidati della sinistra, Fassina o Marino che sia, comunque drenano voti. Di qui la campagna elettorale di Giachetti che sarà tutta giocata sul territorio nell’incontrare gruppi, associazioni e cittadini. Il ballottaggio poi sarà un altra partita, ma si scommette sulla convergenza di Lega-Fdi su M5s. A quel punto Giachetti potrebbe recuperare un po’ di elettorato di sinistra.
Per Torino c’è fiducia in Fassino ma, sottolinea Stefano Esposito, “c’è il rischio di prendere il 49% e dover andare al ballottaggio”. Una prospettiva che preoccupa e che spinge a una calibratura della campagna elettorale per vincere al primo turno. La candidatura di Giorgio Airaudo spinge a tutelarsi le spalle a sinistra ma si spera che le divisioni tra Lega e Fi inducano qualche elettore di centrodestra a restare a casa, aiutando così Fassino a vincere sin dal primo turno.
Milano è la maggior scommessa di Renzi e da Roma arriva l’imput a cercare di mantenere in vita l’area arancione legata all’esperienza Pisapia, con Giuseppe Sala che dovrebbe dar spazio a istanze di sinistra e a personalità di questa area nella sua squadra. Lo spazio al centro non può essere occupato più di tanto vista la candidatura di Parisi su cui tutto il centrodestra è, ad oggi, unito.
Le dolenti note giungono da Napoli, con il ricorso di Bassolino alla Commissione nazionale di garanzia del Pd, che fa pensare che l’ex sindaco e Governatore cerchi la rottura. Domani sarà indicato il relatore del ricorso nazionale ma fonti dem spiegano che con molta probabilità, come avvenne per il ricorso di Sergio Cofferati, il ricorso sarà respinto perchè la Commissione è incompetente, dato che le primarie partenopee sono state organizzate da più partiti di Napoli. Il ricorso servirebbe a farsi dire di “no” per giustificare la rottura. A quel punto non solo Palazzo San Giacomo si allontanerebbe, ma sfumerebbe anche il ballottaggio a favore di de Magistris e Lettieri. Una sconfitta cocente.