Il Consigliere Comunale pentastellato Alessandro Chiapetto che invita i tre rappresentanti Pd (il capogruppo di maggioranza Fernando Ricciardi, il Vicesindaco Edoardo Gaetano e l’Assessore Francesco Diemoz) a “stracciare la tessere del Pd”. “Questo – ha esordito martedì sera a Palazzo Lomellini, prendendo la parola – sarebbe il vero atto di ribellione verso uno Stato ingiusto, non approvare delibere come questa. Questa è ipocrisia”. Sul tavolo, l’appello dei Sindaci dell’area omogenea n.8 del Canavese Occidentale della Città Metropolitana di Torino all’allentamento del Patto di Stabilità interno imposto dal legislatore nazionale, al fine di ridare ai Comuni una vera autonomia finanziaria.
Chiapetto ha additato la “passerella Pd” vista in occasione dell’inaugurazione del nuovo polo scolastico di via La Maire. “Balle ho sentito su quel palco – ha ribadito, chiaro e forte, fino alla fine -. Sono venuti a farsi belli, a parlare di buona scuola (la deputata Bonomo), a dire che investiranno in trasporti (Avetta per la Città Metropolitana), ma nessuno ha cacciato fuori un soldo: la scuola è stata costruita grazie alle risorse dei rivarolesi. Stare nel Pd e poi scrivere questo appello mi sembra da ipocriti. Non dobbiamo più invitare questa gente, dobbiamo mandarla via, ecco quello che si deve fare”.
L’intervento, piuttosto focoso, del grillinO, ha fatto venire il prurito al principale destinatario della protesta. Fernando Ricciardi si è messo a rivangare fatti di ieri e dell’altra ieri. Quando, per esempio, all’inaugurazione della Fiera del Canavese venne Ignazio La Russa, sotto l’amministrazione di centrodestra, “ma mai nessuno di sinistra si è stracciato la camicia”. Per la serie: tanto lo fan tutti.
Più meticolosa l’osservazione formulata da Martino Zucco Chinà di Riparolium, che ha districato i nodi della questione: “condividiamo questo atto che deve valicare le posizioni politiche: la differenza è tra chi vive ai margini e chi in posizioni privilegiate, se dobbiamo credere ai sondaggi dei sociologi che descrivono un futuro caratterizzato da dodici megalopoli e tutto il resto diverrebbe Provincia, inclusa Torino… Ci può stare, tuttavia, la considerazione dei 5 Stelle sul piano della responsabilità politica”.
Le minoranze si sono astenute in toto. Nonostante i tentativi di convincimento rivolti prima dal Vicesindaco Gaetano, poi dal Presidente Domenico Rosboch. E nonostante gli inviti arrivati dallo stesso Sindaco Alberto Rostagno (nell’imbarazzante posizione di guidare una lista civica ma fortemente impregnata di Pd) a stare sul versante amministrativo e non su quello politico. “Tanto è vero – ha rimarcato Rostagno – che la delibera non è una mia iniziativa ma mi è arrivata dai colleghi di Oglianico, Favria, Busano, Salassa, dai piccoli comuni, nell’ambito dell’assemblea dei 46 Sindaci dell’area omogenea, in cui non si fa politica ma amministrazione. Andiamo a dire che così non va bene, che i Comuni non devono essere soggetti a vessazioni ulteriori, chiediamo che il taglio così drastico dei trasferimenti venga rivisto, e manderemo questa delibera agli organi competenti”.
“Ci asteniamo – han detto tutti, da Chiapetto a Zucco, passando per Marina Vittone di “Rivarolo Sostenibile” a Renato Navone di “Rivarolo e frazioni” – solo per rispetto del Sindaco”. “Avrei votato venti volte sì – ha spiegato meglio Chiapetto – ma non quando sento politici venire sul territorio a raccontarci balle. Voterò quando vedrò la rotonda della Vittoria, quando vedrò arrivare dei soldi”.