Rivarolo celebra i suoi campioni. Mercoledì sera, presso la sala consiliare, il Sindaco Alberto Rostagno e l’Assessore allo Sport Claudio Leone, hanno accolto un poker di eccezionali atleti a cui hanno conferito omaggi floreali ed il libro su Rivarolo. Vanto per la Città ma anche simbolo di ciò che lo sport ha la potenza di fare permettendo di superare i propri limiti, di imparare a competere senza rabbia ma tenendo i nervi saldi e imparando a gestire le emozioni. Un compromesso tra energie e volontà, testa e cuore. “Perché lo sport – come ha esordito Vladimir Chiuminatto – unisce, non divide, non ha razza, colore, religione o idee politiche. Lo sport è sempre riuscito ad abbattere grandi barriere”. Rostagno si è detto “contento e fiero di questa serata, momento magico per Rivarolo, che sta primeggiando a tutti i livelli. Gli antichi greci, quando arrivavano le Olimpiadi, bloccavano le guerre: con i valori che lo sport trasmette, le rivalità devono essere superate”.
L’Amministrazione rivarolese ha omaggiato Martina Berta. La mountain bike nel sangue fin da bambina. Dal mese di aprile ha vissuto un’escalation di successi. A luglio si è distinta i campionati italiani ed il 3 settembre scorso ha vinto i mondiali al principato di Andorra, recuperando asfalto rispetto all’ottavo assoluto nazionale. “Era un sogno nel cassetto, una soddisfazione che auguro a tutti” ha commentato la ragazza. Classe 1998, due fratelli, una passione cresciuta in famiglia. Pedala dall’età di quattro anni. Prima nel team Dayco, ora nella società valdostana con cui si è piazzata quarta agli Europei, “allora ho cominciato a credere nei mondiali”.
Lo sport ha invece aiutato Livio Raggino, 56 anni, a superare la dolorosa scoperta di una malattia incurabile. Per superare i problemi di equilibrio ha lasciato la bici, con cui aveva cominciato a correre a 16 anni (prima negli Amatori, poi dei Dilettanti, poi ha smesso per dieci anni), per salire in sella ad un triciclo, con cui ha vinto la maglia rosa. Nel 2013 la convocazione in nazionale e le prima gare per la Coppa del Mondo. Ad incitarlo a rimettersi in pista è stato proprio Claudio Leone, con il sostegno della sua famiglia, papà di un bimbo che insieme a lui ha consegnato simbolicamente una maglia rosa al Sindaco Rostagno. “Nel 2005/2006 i dottori mi hanno diagnosticato la malattia – racconta – e mi hanno consigliato di tenermi in forma. Ho ripreso a pedalare”. Ha vinto il Giro d’Italia del Paraciclismo. E ad aprile/maggio si ricomincia.
Orgoglio tutto rivarolese sono anche i cinque titoli italiani vinti da Laura Oberto, classe 1993, studentessa presso la facoltà di scienze della formazione di Torino, nel corso di quest’anno. Una stella della atletica leggera. “Uno sport popolare che tutti abbiamo la possibilità di praticare ma per il quale non tutti siamo portati” ha commentato il conduttore Vladimir Chiuminatto. Dopo aver frequentato l’Aldo Moro, come Martina Berta, Laura nel 2011 ha cominciato a collezionare successi nel salto in lungo così come nella 400 m a ostacoli. Nel 2014 la convocazione in nazionale. “Delusa inizialmente di non aver vinto la Coppa Europa, per cui ero stata scelta come riserva – racconta – ho poi ricevuto la bella notizia”. E ha fatto il boom, specialista nelle prove multiple. Si allena due ore tutti i giorni ma prima delle gare si respira e ci si rilassa.
L’incontro è stato suggellato dalla presenza del giovane e bello Marco Canola, vincitore della tappa Rivarolo-Fossano del giro d’Italia 2015, di cui è stato mostrato in sala il video dell’ultimo sfavillante km che ha coronato la bravura dell’atleta veneto.