Fare pressing sul Gip di Taranto perché renda disponibile la liquidità necessaria a riaprire gli stabilimenti Riva agendo con le norme attuali. Il governo punta su questa soluzione per far tornare al lavoro i 1.400 dipendenti delle acciaierie, ferma restando la possibilità di agire per decreto con le modifiche al Codice di procedura penale: decreto che tuttavia oggi non è stato portato in Consiglio dei ministri.
Il percorso è stato delineato ieri nel corso di una riunione tra il ministro Flavio Zanonato, quello del Lavoro Enrico Giovanni, il custode giudiziale Mario Tagarelli, i rappresentanti dei Riva Bruno Ferrante e Cesare Riva.
L’obiettivo, a detta di tutti, è comunque quello di ”fare presto”, non solo a tutela dei lavoratori, ma anche per impedire che l’azienda perda commesse e, in ultima analisi, si impoverisca riducendo il proprio valore.
La soluzione individuata, è stato spiegato al termine dell’incontro, prevede in sostanza di fare richiesta al Gip perché consenta al custode di disporre non solo dei beni sequestrati, ma anche della liquidità necessaria per l’attività produttiva, che invece, in base alle norme attuali, dovrebbe essere destinata al Fondo unico della giustizia. La richiesta, che riguarda anche eventuali linee di credito concesse dalle banche, è già partita e dunque la parola passa ora all’autorità giudiziaria: solo nel caso in cui questa strada non desse i frutti sperati, partirebbe con decisione l’iter della modifica alle norme di attuazione del Codice di procedura penale, con l’istituzione dell’articolo 104 ter e quindi l’allargamento del perimetro dei beni di cui può disporre il custode in caso di sequestro. L’accordo con il ministero della Giustizia, secondo quanto si apprende, sarebbe infatti già stato trovato, ma Zanonato ha detto che su questo fronte il governo intende ”prendersi un po’ di tempo”.
”L’incontro è stato molto positivo e costruttivo”, ha commentato Ferrante, che ha però sottolineato quanto sia importante agire in fretta, per consentire all’azienda di pagare gli stipendi di settembre, previsti per il 10 ottobre. Di Cig, infatti, malgrado la presenza di Giovannini non si è parlato, perché viene considerata un’ipotesi ”prematura”. La preoccupazione tra i sindacati, però, non accenna a diminuire, anzi: ”Siamo preoccupati di eventuali rinvii o di un allungamento dei tempi per trovare una soluzione”, ha sottolineato il segretario della Fiom, Maurizio Landini, secondo cui ”il punto fondamentale è creare le condizioni perché riparta l’attività già la prossima settimana”, anche prendendo in considerazione ”un intervento transitorio dello Stato nella gestione dell’impresa”. Se gli stabilimenti non riapriranno ”immediatamente”, dunque, la Fiom è pronta alla mobilitazione con una manifestazione nazionale a Roma la prossima settimana.