“Nero su bianco – La carta e la scrittura nel tempo”. E’ il titolo della mostra-evento che si svolgerà alla Cartiera di Parella dal 29 marzo al 13 aprile, con l’obiettivo di “far riscoprire, nel mondo dell’ebook, l’importanza della scrittura e della carta, due invenzioni che hanno permesso all’Uomo di comunicare, superando i limiti dello spazio e del tempo“. Organizzata dai Comuni di Parella, Colleretto Giacosa, Strambinello, Quagliuzzo e Loranzè con il patrocnio di Regione e Provincia, sarà aperta il sabato dalle 14 alle 18 e la domenica dalle 10 alle 18, martedì e giovedì visite di gruppo su prenotazione (info: Associazione Pedaneus al 335-5986902 o al 347-0675630).
Nei locali, messi a disposizione dalla ditta Osai, si potranno visitare due sezioni. La prima, intitolata “La fabbricazione della carta e il suo utilizzo”, è dedicata ad antichi documenti amministrativi, carta moneta di epoche passate, carte filigranate con sigle e marchi della Cartiera, immagini di ambienti, macchine e gesti dei lavoranti del “batùr”. Roberto Zanello svelerà i segreti per la produzione della carta a mano, mostrando praticamente come nasce il foglio di carta.
La seconda parte, “Dalla penna d’oca al tablet”, documenta l’evoluzione dei supporti e dei materiali per la scrittura a partire dalla penna d’Oca per arrivare alla tavoletta grafometrica di ultima generazione, passando per telegrafo, Michela (macchina per stenografia meccanica) e percorrendo il progresso tecnologico dei sistemi scriventi. La mostra ospita anche l’allestimento di un’aula scolastica di fine ‘800.
La location è perfetta. La Cartiera venne fondata dal conte Raynero San Martino di Parella nel 1477. Nel corso degli anni il battitore di carta subì danni per le esondazioni del Chiusella. Nei secoli la gestione cambiò più volte, finchè nel 1885 il battitore venne preso in affitto da Giacomo Bosso. In questo periodo la cartiera raggiunse notevoli livelli di produttività contribuendo al miglioramento del benessere locale. Particolari tipi di carta marchiati con un timbro di fabbricazione vennero distribuiti anche sul mercato europeo e americano. In seguito le sorti subirono alterne fortune che la portarono gradualmente al declino. La sirena del “batùr”, l’amichevole segnale che scandiva i tempi del lavoro e su cui gli abitanti regolavano i loro impegni, tacque definitivamente nel maggio 1958.