Pansy il mito!
La viola del pensiero era così popolare in Europa, che anche Shakespeare vi fa riferimento in “Amleto”, tra i fiori che Ofelia offre al Principe di Danimarca non solo rosmarino, finocchio e aquilegia, ma anche, pansies. Grazie al suo nome francese pansée che la violetta, inglesizzata in pansy è considerata il simbolo del pensiero e del ricordo. Un fiore collegato ai pensieri positivi, ai ricordi dolci, a un passato nostalgico che continua a essere a suo modo presente. Un passato bello in cui rifugiarsi quando il presente è annebbiato da angoscia e pesantezza. Forse, anche per questo motivo, il succo estratto dalla pianta della viola del pensiero, nei tempi passati, era utilizzato per le pozioni d’amore o per bevande toniche. Un tempo si usava preparare il thè con i fiori secchi o freschi della viola del pensiero, poiché serviva per curare i più svariati disturbi. Nel 1597 John Gerard, nel suo testo medico intitolato “The Herball”, affermava che il thè di viola fosse utile per curare gli spasmi e le infiammazioni a livello toracico e polmonare, oltre a sottolineare l’efficienza del ritrovato per curare croste, prurito e ulcere quando applicato esternamente e per ridurre la febbre. Ma Pansy, viola del pensiero è legato anche un mito. Si narra che Ade, dio dell’oltretomba, un giorno s’innamorò di Persefone, nata da Zeus, padre degli dei, e Demetra, dea della terra e dell’agricoltura. Ade decise di sposare Persefone e sebbene Zeus acconsentisse, Demetra si oppose al matrimonio. Ade allora rapì la giovane mentre coglieva dei fiori e la portò nel suo regno. Demetra disperata vagò nove giorni e nove notti per cercarla, e la terra cadde nella desolazione, le piante morirono e la carestia devastò il territorio, finché Zeus mandò Ermes, il messaggero degli dei, a riportare Persefone da sua madre. Zeus convinse Ade ad un accordo: Persefone avrebbe passato quattro mesi agli Inferi e il resto dell’anno, tra la primavera e l’autunno, sarebbe stata con sua madre. Demetra, placata, ritornò sul Monte Olimpo e la terra fu di nuovo fertile e feconda. Quando all’inizio della primavera Persefone tornò per la prima volta tra i vivi, la terra l’accolse creando per lei dei nuovi fiorellini festosi, delicati e vellutati come i suoi occhi, dei veri “pensieri d’amore” le viole del pensiero. Da allora esse ritornano puntuali ogni anno, a Primavera per festeggiare Persefone, la dea che rappresentava la rinascita della natura in primavera, che ritorna sulla terra.
Favria, 6.05.2018 Giorgio Cortese
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