La notizia è arrivata fresca fresca durante il Consiglio comunale di Montanaro. Tasse in aumento per l’intero paese. Ad annunciare la “stangatina” che per tutto il 2015 svuoterà ancora di più le già misere tasche dei contribuenti, è stato l’assessore al Bilanco, Arcangelo Gallon. Infatti, come lui stesso ha reso noto sabato mattina, sindaco e Giunta hanno affondato le mani al capitolo fiscalità ritoccando verso l’alto le tariffe della Tari, la tassa sui rifiuti gestita dal Consorzio di Bacino 16. O, meglio, da Seta. Costituita da una quote fisse e variabili derivanti dal costo del personale, dei mezzi di trasporto e del numero di passaggi da un lato e dal tipo di prestazione richiesta dall’altro, la Tari viene gestita dal Comune. Che spartisce il totale delle quote alle utenze domestiche- le famiglie, tanto per intenderci- e a quelle non domestiche, rappresentate, ad esempio, da esercizi commerciali o edifici scolastici. E se fino all’anno scorso la spartizione delle tariffe era dell’ 80 per cento per le domestiche e del 20 per quelle non domestiche, dal 2015 il calcolo verrà rimodulato affidando l’81 alle prime ed il 19 alle seconde. “Questo – fa sapere Gallon – significa che le tariffe domestiche aumenteranno di circa 1,5 per cento mentre quelle non domestiche sfioreranno il 3 per cento”. Le rate previste, invece, saranno quattro e non più tre: “Si pagherà a maggio, luglio, settembre e novembre per evitare accavallamenti con le scadenze di Imu e Tasi”. Non proprio contenti della novità, Silvano Ferro, di Montanaro Domani, e Luca Rastaldo, di Democratici per Montanaro. Entrambi, infatti, hanno evidenziato i costi troppo elevati delle tariffe proposte da Seta e, nello stesso tempo, la scarsa qualità del servizio. “Non capisco perché continuiamo ad affidarci ad una società che, pur avendo le tariffe più alte del territorio, sta riducendo sempre più i passaggi – ha inforcato Ferro -. Soprattutto non mi piace che il Comune abbia accettato di firmare un contratto che accolla sui cittadini circa 57 mila euro di crediti inesigibili. Questo significa che, oltre a dover pagare per i montanaresi morosi, lo dobbiamo fare anche per un chivassese od un settimese. Altri comuni, come Venaria, sono usciti da Seta. Se lo hanno fatto loro, possiamo farlo anche noi”.
A sostenere una riduzione dei costi con il ritorno alle “isole ecologiche” è, invece, Rastaldo. “Chiedo all’amministrazione di fare un atto di coraggio ed ammettere che il servizio porta a porta costa troppo e non serve a niente. Non vedrei nulla di male nel ritornare alle isole ecologiche. Si tratta sempre un servizio pubblico e potrebbe essere una valida alternativa da intraprendere per la riduzione dei costi”.
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