Iren, multiutility quotata in Borsa con sedi a Reggio Emilia, Genova, Parma, Piacenza e Torino, ha varato il nuovo piano industriale al 2020, prevedendo un utile raddoppiato a fine piano, investimenti cumulati per circa 1,8 miliardi, debito in riduzione di circa 330 milioni sotto i 2 miliardi. Il margine operativo lordo viene stimato a 800 milioni, con un tasso di crescita annua del 5,1%. Prevista una politica dei dividendi “soddisfacente per gli azionisti e sostenibile finanziariamente”.
Le sinergie previste sono pari a 75 milioni, l’80% delle quali ottenuto entro il 2018 mentre il raddoppio stimato dell’utile “permetterà una crescita del dividendo per azione compatibile con gli obiettivi di ‘deleveraging’ perseguiti”, afferma una nota del gruppo.
“La strategia perseguita è quella di completare il proprio portafoglio di business spostandosi da un livello provinciale ad uno regionale – aggiunge Iren – e consolidando per quanto possibile società locali nelle quali si possiede già delle partecipazioni. Nonostante le diverse opportunità presenti sul mercato, che il gruppo è fortemente intenzionato a cogliere, è stato adottato un approccio prudente e non sono state inserite nel piano operazioni di M&A”, spiega la multiutility.
Buona la reazione della Borsa al nuovo piano: il titolo Iren sale nelle prime fasi della seduta del 5% a 1,31 euro.
“Il nuovo piano industriale su cui il gruppo ha intensamente lavorato nei primi sei mesi dell’anno costituisce un punto di svolta, ponendo l’accento sul concetto di ‘cambiamento’, quale asse strategico principale” commenta il presidente di Iren Francesco Profumo.
“Il cambiamento insieme all’innovazione tecnologica” – conclude Massimiliano Bianco, amministratore delegato del gruppo – saranno anche alla base delle importanti attività di integrazione, razionalizzazione dei processi e massima ricerca dell’efficienza che nei prossimi anni connoteranno la vita di Iren, consentendo il raggiungimento di importanti sinergie”.