Chi pensava che lunedì 9 fosse l’apice della protesta dei Forconi sbagliava di grosso. Oggi, martedì, è successo il finimondo.
Il movimento, composto in larga misura da commercianti, ambulanti, tassisti, si è mosso compatto e deciso. Riuscendo a far abbassare la serranda a tutti i centri commerciali tra Settimo e San Mauro. Con le buone e….con le cattive. Panorama, Brico, Eurospin, Bennet, Lidl, Famila, nessuno è sfuggito all’azione dei manifestanti. Anche qualche attimo di tensione a Semeraro.
Ore 10,30: il coordinamento inizia la sua azione. Sono circa un centinaio gli attivisti che hanno aderito. Il primo bersaglio è anche quello più “succulento”, l’ipermercato Panorama. I manifestanti arrivano, bloccano l’ingresso e vanno direttamente a parlare con il direttore del centro commerciale. “Devi chiudere tutto”, gli dicono. Evidentemente sanno come essere convincenti, perché dopo pochi minuti iniziano ad uscire tutti i dipendenti. “Siamo chiusi” dicono a chi cerca di entrare per fare la spesa.
Ore 11,35: Panorama sgombrata completamente. Carabinieri e polizia municipale sorvegliano la situazione, il clima è disteso. Nessuna tensione nell’aria. C’è però chi non gradisce l’irruzione dei manifestanti. “Tutto questo è assurdo – commenta un commerciante della galleria di Panorama – io ho diritto a non aderire allo sciopero, se voglio tenere aperta la mia attività. Cosa dico ai miei cinque dipendenti? Andate via, non vi pago la giornata perché quattro scalmanati fanno casino lì fuori? È incredibile”.
Ore 11,45: la protesta si sposta all’Eurospin di via Torino. Anche qui, stessa storia: i manifestanti arrivano, il gruppetto dei “capi” entra nel discount e spiega la situazione al titolare. In pochi minuti la porta d’ingresso viene bloccata. Una volta usciti tutti i clienti, la serranda viene abbassata, così come la sbarra di ingresso del parcheggio. “Diciamo che non ho avuto molta scelta” commenta il titolare dell’Eurospin, “comunque personalmente condivido la protesta”.
Fuori dal discount, cori da stadio e pacche sulle spalle. Il clima è rilassato e non ci sono tensioni.
Ore 12,15: è la volta del Bennet. Auto messe di traverso e un nutrito gruppo di manifestanti bloccano l’ingresso delle vetture dei clienti. Il solito drappello entra dentro il centro commerciale. “Qui chiudete, ragazzi. Oggi fate vacanza” dicono al personale. Una rapida telefonata ai responsabili, e la decisione viene comunicata ai “forconari”: il tempo che tutti i clienti escano, poi giù la serranda.
Ore 12,20: un cliente del Bennet decide di entrare nonostante l’ostruzionismo degli attivisti. Attimi di tensione, volano insulti e spintoni tra l’intrepido cliente e uno dei manifestanti, ma in breve tutto viene riportato alla normalità. “Il clima è parecchio teso” commentano i dipendenti del Bennet, “ma questi ragazzi sembrano tranquilli”. In effetti, non si verificano altri episodi sopra le righe. Il coordinamento esce dal Bennet, per decidere il prossimo bersaglio.
Ore 12,50: il centinaio di persone che compone il gruppo si dirige deciso verso il Lidl di via Milano. Qui bastano veramente pochi secondi, e l’adesione è totale. “Bravi, bravi, fate bene” dice un’anziana signora appena uscita dal discount. Risate, applausi e sorrisi.
Ore 13: il corteo di auto parte da Settimo per arrivare fino a San Mauro: la prossima tappa è il Famila. “Tutti i clienti che hanno trovato chiuso Panorama stanno andando lì”, dicono i più informati. Così parte la spedizione.
Ore 13,15: la voce, in questo caso, aveva preceduto l’arrivo dei manifestanti. Tutti erano già in allarme, e appena il corteo ha fatto la sua comparsa il centro commerciale si è svuotato in pochi secondi. Le serrande sono state abbassate in fretta e furia, i negozi della galleria hanno chiuso. I proprietari dicono di aver ricevuto minacce da parte di alcuni attivitsti.
Ore 13,40: l’ultimo obiettivo è Semeraro, in via Regio Parco, di fronte a Panorama. Qui, però, la situazione precipita rapidamente. Sia lo store gestito da commercianti cinesi che il titolare di Semeraro non hanno nessuna intenzione di chiudere.
L’opera di convincimento dei manifestanti non passa dalle parole, quando dalle grida e dagli insulti. CI manca poco che alcuni dei “forconari” più caldi arrivi alle mani con i cinesi che si rifiutano di chiudere. Dopo un acceso confronto, però, la serranda si abbassa. Parte un applauso generale, cori e bandiere dell’Italia al vento.
Ore 13,45: il corteo perde il controllo della situazione. Il titolare di Semeraro si confronta con toni aspri con alcuni attivisti: volano parole grosse. Ai primi spintoni, l’uomo si accorge di aver esagerato. Scappa a gambe levate all’interno del centro commerciale, alcuni manifestanti lo inseguono e spaccano il vetro della porta d’ingresso nel tentativo di entrare. Il grosso del gruppo resta a guardare, qualcuno interviene e porta via le teste calde. Escono tutti fuori, e Semeraro chiude i cancelli.
Ore 14: la manifestazione si disperde. L’appuntamento è per il giorno dopo, mercoledì. Si prospettano giorni davvero di fuoco.
la situazione eì davvero preoccupante ! c’era da aspettarselo, la cinghia la puoi tirare fino ad un certo punto ma poi scoppi !
Complimenti a tutti i commercianti che partecipano a questa iniziativa, soprattutto perché non solo stanno creando disagi a persone che cercano di lavorare e portare a casa il minimo indispensabile ma anche a loro stessi. Perché questo è il periodo dell’anno in cui avrebbero fatto sicuramente più affari visto e considerato che siamo a natale; comunque sia è tardi per fare queste rivolte da contadini, l’ora di svegliarsi doveva arrivare prima o dopo. Stanno rovinando le persone anche se per una giusta causa. Non è in questo modo che si fanno valere i propri diritti!
Io posso condividere e appoggiare la manifestazione,ma non è tollerabile che qualche testa calda debba spaccare vetrine o fare altri danni che non c’entrano con la manifestazione in corso.
Fanno bene…nn a fare danni ma a far chiudere…c’è chi fa il furbetto tenendo aperto quando tt sono chiusi…ma e il momento giusto per reagire… un italia unita fa la forza.. ci stanno portando alla fame, tasse su tasse… nn e tenendo aperto un gg in piu il tuo negozio che ti da da mangiare a vita… se le cose nn cambiano ..qua aperto o no..tt a mendicare andiamo..e chi lavora lo fa per mantenere sta politica di mer..da!