Finalmente la Regione piemonte ha preso atto dell’importanza del servizio 118 mantenendo, attraverso una delibera di Giunta approvata nei giorni scorsi, l’attuale organizzazione senza adottare inutili e controproducenti riorganizzazioni peraltro non condivise con gli operatori del settore. Felicemente archiviata l’ipotesi di spostamento della sede centrale dal Cto di Torino al San Luigi di Orbassano, si è ripresa una strada corretta per la gestione del servizio che tiene finalmente conto del piano di rientro siglato a Roma dalla Regione piemonte insieme al Ministero dell’Economia e della Sanità. Per la prima volta la Giunta regionale ha dimostrato di prendere in seria considerazione il piano di rientro dopo aver stralciato dal piano socio sanitario, su proposta dell’Italia dei Valori, la nuova azienda che avrebbe dovuto gestire il 118 piemontese. Una struttura di cui nessuno sentiva la necessità: operatori, organizzazioni sindacali, né tantomeno gli utenti. Adesso la rete piemontese delle emergenze ha bisogno di investimenti finalizzati a salvare il maggior numero di vite. Si rende necessario potenziare la flotta a disposizione del 118 con mezzi moderni e veloci, occorre inoltre mettere gli operatori nelle condizioni di poter intervenire rapidamente su tutto il territorio in un lasso di tempo non superiore agli otto minuti. Un obiettivo da perseguire con particolare attenzione soprattutto alla luce della soppressione di molti presidi sanitari sul territorio. Infatti se da una parte la maggioranza ha scelto la strada di chiudere gli ospedali per limitare le spese, sarebbe dunque opportuno che allo stesso tempo si potenziasse la rete del 118 rendendola, come già lo è stata in passato, il vero fiore all’occhiello della sanità piemontese. Come ripeto ormai dai diversi mesi il Piano di rientro dovrebbe essere il punto di partenza di ogni progetto nell’ambito della sanità piemontese. In tal senso, ad un anno di distanza dalla loro introduzione, sarebbe utile analizzare seriamente il ruolo delle Federazioni sanitaria. Enti che fino ad oggi si sono rivelati inutili e soprattutto costosi.
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