Sveglia alle 8.15 del mattino dello scorso martedì 4 giugno. Sono 21 studentesse e studenti della 4 C del liceo Botta accompagnati in questa gita d’altri tempi dai professori Silvio Ricciardone, Elisa Benedetto, don Riccardo Bigi e dal sottoscritto. Prendiamo un pulman piccolo, più corto del solito, per arrivare più agevolmente a Campiglia Soana tra i boschi di quella bella vallata canavesana percorsa da una strada stretta.
Si arriva al parcheggio e li troviamo il professore Germano Durando che vuole salire anche lui perché c’è sua nipote che è una delle studentesse. E’ un incontro singolare perché fu il nostro professore di chimica, mio e di Elisa Benedetto e come vedremo poco dopo, uno molto veloce in montagna! Iniziamo a salire il sentiero ripido, ma i giovani sono scattanti come giovani camosci.
Zaino in spalla si procede tra le meravigliose visioni delle montagne ancora innevate in alta quota.
Ci aspettano 750 metri di dislivello in salita e fa abbastanza caldo ma il cielo è terso, i fiori del Parco Nazionale del Gran Paradiso sono un’esplosione di colori che punteggiano l’erba verdissima e il sottobosco rigoglioso.
Primo dramma: gli studenti non hanno più segnale sugli smartphone!
E’ un primo distacco dalla realtà quotidiana a pochi chilometri da casa. Per incanto spariranno per tutta la giornata.
La meta è il santuario di San Besso, Terminato nel 1669 fu costruito appoggiando tutta una fiancata laterale al Monte Fautenio una roccia monolitica alta circa 60 metri e larga 40, posizionata nel centro dell’anfiteatro culminante nella vetta della Rosa dei Banchi. Si sale ancora e il gruppo inizia ad allungarsi in piccoli gruppi più o meno atletici. Si percorrono foreste quasi in verticale e lo scrosciare delle cascate che precipitano in basso vanno ad alimentare il Soana e sono la colonna sonora imponente dell’ascesa.
Alla fine si entra in quel grande anfiteatro solenne di grande montagna e si scorge il santuario, quasi schiacciato dalla vetta obliqua del monte. Si sale ancora ripidamente. Mentre si approccia l’ultima fatica la colonna sonora è una musica di chitarra e fisarmonica.
Per prima arriva Greta Galletto che vince il primo posto sul podio, poi Gabriele Brida al secondo posto e al terzo Alessandro Calvetto, Ci sono gli “Amici di San Besso” ad aspettarci e le note vengono da Beppe Abruzzese e da Roberto Gallina, un medico torinese che è lì ad aspettarci con gli altri. Ci accoglie a braccia aperte Evelina Anselmo che insieme agli altri amici rende vivo questo posto da anni, un luogo tra i più belli delle Alpi. Luciano Cavalletto e Antonio Gagliardi offrono a tutti noi bevande fresche. Ci si parla tutti insieme ci si conosce e, complici i due musici, tutto è più facile e spontaneo.
E’ circa mezzogiorno e c’è il tempo per una messa nella chiesa del santuario. Proprio come una volta.
Don Riccardo armeggia negli armadi della sacrestia e torna vestito dei paramenti rossi in onore del martire San Besso che campeggia con una statua lignea che lo rappresenta vestito da legionario romano. Ricorda Marco, il marito di Evelina, improvvisamente scomparso a 58 anni e annuncia il compleanno di uno studente.
Alle pareti gli ex voto di tanti soldati che qui venivano prima di partire sotto le armi, prendendo un pezzetto di pietra che le madri cucivano nella canottiera in corrispondenza del cuore, per affidare a San Besso la speranza di un ritorno.
Ci sono anche gli ex voto per grazia ricevuta. La messa viene officiata e anche una decina di studenti vi prende parte.
E’ tutto semplice ed essenziale a 2.100 metri d’altezza. Quindi si torna fuori, sul sagrato dove gli “Amici di San Besso” hanno collocato delle panchine su cui si prende posto sotto un sole brillante e dentro ad un panorama splendido.
Si parla e si fa una vera e propria riunione, dove si decide di rinnovare ogni anno al termine della scuola questa ascensione, grazie anche al consenso della preside del Liceo “Carlo Botta” di Ivrea, la professoressa Lucia Mongiano che ha organizzato la gita fornendo il pulman.
Spuntano i panini e le bevande e si pranza in questa scampagnata. Ad un certo punto spuntano fuori delle bottiglie di spumante, scoppi di tappi e applausi: è il compleanno di Alessandro Calvetto e tutti si riuniscono in un grande brindisi, poi passano delle torte per tutti e la festa ricomincia.
Stupisce vedere degli studenti del liceo cantare canzoni di Battisti o le antiche canzoni piemontesi e ancora di più ballare il valzer sul sagrato della chiesa. I due musicisti sono inesauribili. Ma sono straordinari questi giovani. Poi è l’ora del rientro e scegliamo di fare un anello tornando per un altro sentiero. Si scende soddisfatti e felici e si torna al pulman dopo cinquanta minuti di discesa. Ora i cellulari hanno ripreso a funzionare e le “app” dei giovani ci dicono che abbiamo percorso 12,6 chilometri e abbiamo impiegato un’ora e mezza per salire. Non ci vuole molto per raggiungere il paradiso.